Dopo oltre quindici anni di gestione da parte dell’azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità di Novara, l’ospedale San Rocco di Galliate si prepara a cambiare casacca e tornare sotto la responsabilità dell’Asl. Lo prevede il nuovo Piano socio sanitario regionale, approvato giovedì scorso dalla giunta regionale e firmato dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi. Un documento da 221 pagine – di cui undici dedicate all’edilizia sanitaria – che, tra gli obiettivi dichiarati, punta a ridefinire l’equilibrio tra ospedali ad alta intensità di cura e presidi territoriali.
Il passaggio di gestione non è ancora operativo, ma l’intenzione politica è nero su bianco. Secondo quanto riportato nel piano, «la struttura di Galliate si presta bene ad essere inserita nell’Asl Novara, andando a integrare ad oggi l’unico presidio ospedaliero di competenza dell’azienda territoriale, garantendo così anche una copertura più capillare del territorio». Un cambio che si muove in coerenza con le direttive ministeriali, che spingono per un rafforzamento del legame tra ospedali e medicina di prossimità, tipicamente in carico alle aziende sanitarie locali.
Il San Rocco, oggi sede decentrata del Maggiore, tornerebbe così ad avere una funzione più chiaramente territoriale: «Un tassello fondamentale – si legge ancora nel piano – per rispondere ai bisogni a bassa intensità di cura del territorio, migliorando la presa in carico del paziente e la continuità delle cure, integrando l’attività delle strutture intermedie già presenti o in fase di realizzazione».
Questo passaggio consentirebbe, al contempo, al Maggiore di concentrarsi in modo più netto sulle funzioni ad alta specializzazione. Già nei mesi scorsi il direttore generale dell’Aou, Stefano Scarpetta, insieme allo stesso Riboldi, aveva esplicitato l’ambizione di fare del Maggiore un IRCCS – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, cioè un centro di eccellenza nazionale riconosciuto dal ministero della Salute per la sua capacità di coniugare ricerca e assistenza clinica.
A leggere in modo positivo la prospettiva è anche il direttore generale dell’Asl Novara, Angelo Penna: «L’ipotesi formulata nel Piano rappresenta senz’altro un’opportunità per rafforzare la nostra presenza nella parte sud della provincia. Dopo la cessione del San Rocco, l’Asl ha potuto fare affidamento solo sulla sede di Villa Mirsa, attualmente in ristrutturazione con fondi Pnrr».
Proprio per questo, conclude Penna, il ritorno del presidio di Galliate può diventare una risorsa strategica: «Nel momento in cui il progetto sarà attuato, in accordo con il direttore Scarpetta – che ha già messo a disposizione cinque ambulatori – saranno trovate soluzioni per garantire la massima continuità assistenziale ai pazienti dimessi dal Maggiore e per valorizzare il lavoro di medici, infermieri e operatori, nel rispetto delle loro professionalità e attitudini».
Il cronoprogramma non è ancora stato definito, ma la direzione è tracciata. E per Galliate si profila un ritorno alle origini, con uno sguardo nuovo sulla sanità del territorio.