Un murales, un’opera collettiva, un gesto di amore profondo. All’istituto Pascal di Romentino studenti, docenti, familiari e amici si sono ritrovati per ricordare Arianna Ubezio, studentessa della 4C, scomparsa prematuramente ma ancora fortemente presente nella memoria della sua scuola e della sua comunità.
L’iniziativa è nata proprio dai suoi compagni di classe, sostenuti da amici e docenti. Non una commemorazione formale, ma un atto di affetto autentico: un murales per trasformare il dolore in bellezza, e per tenere viva la presenza di Arianna attraverso il colore, la creatività e la memoria condivisa. L’opera, intitolata “Il mio viaggio”, è nata da un bozzetto realizzato da Matilde Rinaldi e Martina Borrini, poi portato a compimento dall’artista Leonardo Cannistrà.
«Come istituzione siamo felici di ospitare questa iniziativa, anche se non è “nostra”, ma dei ragazzi – ha detto il professor Claudio Zanardi -. È bello vedere che si sono dati da fare non solo per organizzare questa giornata, ma per ricordare Arianna con impegno, emozione e cura».
Uno dei professori di Arianna ha ricordato la studentessa con parole commoventi e profonde: «Arianna ha amato, ha odiato, ha combattuto, ha vinto e perso, ha provato gioia e tristezza. È stata adolescente nel senso più pieno e sincero. Ricordo la sua rabbia quando ha cercato di copiare, e la felicità quando ha capito che non ne aveva bisogno. L’orgoglio quando ha dimostrato di aver studiato. Lo sconforto alla scoperta della malattia, ma anche l’ammirazione per come l’ha affrontata», mentre una delle compagne ha ricordato come «Arianna non ha perso, perché non c’era nulla da perdere, c’era soltanto da vivere e lei ha vissuto».
Poi il momento più toccante: la mamma di Arianna, Elisa Ausonio, che ha voluto rivolgersi a studenti, docenti e amici con parole che hanno attraversato la sala come un abbraccio: «Conosco le difficoltà di questo progetto. È stato impegnativo, ma è anche testimonianza di ciò che una scuola può lasciare ai ragazzi: non solo nozioni, ma valori, amore, amicizia. La vita non è una linea retta, come ci diceva Arianna e noi non ci siamo mai fermati, nemmeno quando la malattia ha iniziato a mostrare il suo volto. E la scuola ha fatto la sua parte: in tutto questo dolore, siamo rimasti in piedi perché non siamo mai stati lasciati soli».
L’inaugurazione di questa opera è solo l’inizio di un nuovo progetto che nascerà a Cerano nel nome di Arianna: un’associazione per finanziare progetti per i giovani, per lo sport e per il sociale, in collaborazione con altre realtà del territorio. Il primo evento si terrà l’11 e 12 luglio all’oratorio di Cerano e sarà un torneo di calcio, sport che Arianna amava da grande tifosa della Juventus.