Dove finiscono i confini del jazz, iniziano quelli dell’immaginazione. La 22esima edizione di NovaraJazz, in programma dal 31 maggio all’8 giugno, si presenta come un laboratorio di ibridazione artistica in cui musica, architettura e territorio si intrecciano per dare vita a nuovi paesaggi sonori. Un’edizione che non si limita a essere un festival, ma diventa esperienza culturale diffusa, capace di ridefinire il rapporto tra arte e spazio.
Suoni in movimento tra città e territorio
NovaraJazz torna a invadere la città, le sue periferie e le terre della provincia, mescolando suoni, visioni e linguaggi. Il programma si articola in due weekend: il primo nel segno di Alessandro Antonelli, architetto e ispirazione costante per il festival; il secondo nel cuore urbano di Novara, dove la musica abiterà cortili, piazze, musei e spazi non convenzionali. Un vero e proprio viaggio immersivo tra suoni contemporanei e scorci architettonici, tra storia e sperimentazione.
Una scena sonora senza confini
Quest’anno, NovaraJazz supera le frontiere non solo musicali ma anche geografiche, con un focus dedicato ai Paesi Bassi, un paese all’avanguardia per innovazione artistica e didattica. Saranno protagonisti diversi gruppi olandesi, molti dei quali fondati da giovani musicisti italiani attivi all’estero, testimoni di una creatività migrante e fertile.
Il cartellone promette scintille: tra gli ospiti già annunciati, Gard Nilssen’s Supersonic Orchestra, Tania Giannouli, il Collettivo Immaginario, Francesco Bearzatti con il suo Post Atomic Zep, Silvia Bolognesi, Aki Takase & Alexander Von Schlippenbach, GoGoDucks, Ståle Storløkken, Futuro Ancestrale e molti altri. In totale, oltre 100 artisti italiani e internazionali coinvolti, tra grandi nomi e nuovi talenti sostenuti dal progetto WeStart, il Centro di Produzione Musicale del Piemonte Orientale.
Musica come linguaggio internazionale
NovaraJazz è un festival che parla molte lingue, ma mantiene forte la propria identità. È innovazione musicale, è valorizzazione del patrimonio, è radicamento culturale. «Stiamo lavorando per far diventare la sede di Rest-Art una fondazione», ha dichiarato Corrado Beldì, fondatore del festival e presidente di Rest-Art, «e perché i siti antonelliani possano ottenere il riconoscimento Unesco». Un progetto che conferma la visione del festival: fare della musica un motore di trasformazione culturale e territoriale.
Jazz, gusto, architettura: una sinestesia d’arte
Come da tradizione, NovaraJazz non è solo concerti. È anche arte del gusto, scoperta dei sapori locali, esperienze che coinvolgono tutti i sensi. La musica si fonde con la cultura enogastronomica del territorio, creando momenti di condivisione che vanno oltre l’ascolto.
Tra jazz puro, elettronica, cantautorato e avanguardia, questa edizione si propone come una delle più trasversali e visionarie di sempre. Un festival che non cerca risposte, ma moltiplica le domande. Che non chiude in una definizione, ma apre nuovi orizzonti.
Perché il jazz, quando incontra la città, non è più solo musica: è paesaggio, racconto, metamorfosi.
PRIMO WEEKEND 30/05 – 1/06
Anticiperà l’inizio del primo weekend a cui seguirà la consueta jam session ed esibizione del Dedalo Quartet a Spazio nòva. Sabato 31 maggio si entrerà nel vivo del festival, con un focus speciale sul jazz dei Paesi Bassi, dove gli echi di Monk usciti dall’archetto di George Dimitru arriveranno dall’Ex Chiesa di San Pietro di Carpignano Sesia fino a Casa Antonelli, dove il sassofonista italiano Giuseppe Doronzo si unirà in trio con due maestri assoluti dell’avanguardia fiamminga, Andy Moor e Yannis Kyriakides, per guidarci poi alla chiusura con il consueto appuntamento a Parco Beldì presso il Soul Bar di Oleggio, per l’avant-jazz indie elettroacustico dei Raw Fish.
Domenica 1 giugno, guidati dalle biciclette della Tappa Jazz! che anche quest’anno partiranno da Piazza Duomo a Novara per raggiungere Villa Picchetta di Cameri, si potrà respirare la magia di un atipico duo formato da sassofono contralto e tromba con SIMONI:TEOLIS, arrivando poi alla sera al Castello di Cavagliano con il progetto Pietre di Alessandro Fongaro.
SECONDO WEEKEND 05/06 – 8/06
NJF è prima di tutto una celebrazione della città, attraverso la musica, le sue bellezze artistiche e i suoi sapori, ecco perché, come in tutte le feste che si rispettino, vogliamo invitare tutta la cittadinanza a ballare con la Bandakadabra, una “fanfara urbana” dalla travolgente verve comico-teatrale a cui sarà impossibile resistere e che darà ufficialmente il via, tra le strade del centro storico. Questo serpente di musica e movimento ci guiderà fino all’Arengo del Broletto, dove il programma concertistico prenderà vita tra le dita della pianista greca Tania Giannouli, non prima però di un momento conviviale in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica dedicata all’opera di Luigi Zanon “On The Road”, a cura di Luciano Rossetti e in collaborazione con Red Records, che presenterà il suo volume monografico in occasione del finissage previsto per il 13 giugno.
Venerdì 6 ad aprire la serata sarà un progetto WeStart, i Gogoducks, triangolo sonoro che esplora le relazioni tra musica, architettura e universi digitali in modo sempre innovativo, che saranno seguiti dall’imponente Supersonic Orchestra di Gard Nilssen, vera e propria all-star del jazz scandinavo dalla contagiosa musicalità.
Il weekend vero e proprio parte con la tradizionale musica dei migliori talenti dei conservatori del nord Italia, che abiteranno il centro di Novara con il NJ Street Jazz (che proseguirà fino a domenica), anticipato da un buongiorno fragrante al Biscottificio Camporelli in compagnia di una voce e chitarra tra le più raffinate e versatili in circolazione: Simona Severini. L’iconico giardino di Palazzo Natta ospiterà, a seguire, un quartetto esplosivo, che nasce nel cuore della “famiglia” Supersonic Orchestra, con Thomas Johansson, Guro Kvåle, Ingebrigt Håker Flaten e Hans Hulbækmo.
Altrettanto significativo sfondo per il duo di pianisti Chiavi d’Oro di quest’anno: Aki Takase e Alexander von Schlippenbach, già ospiti in passato di NovaraJazz, tornano a Palazzo Bellini per un recital che abbinerà i rispettivi recital solisti in una celebrazione della loro originalità. Prosegue il programma alle Mura Romane, con i Lord Kelvin e le loro sonorità che spaziano dal free-jazz al rock, per traghettarci al main stage del Broletto.
Il sabato sera di NJF si accende con il progetto WeStart Collettivo Immaginario, ensemble che intreccia jazz, musica brasiliana, library music ed elettricità creativa e il Francesco Bearzatti “Post Atomic Zep”, dove l’approccio jazz del sassofonista italiano si spinge oltre i confini del genere, arrivando fino alla storia del rock con i Led Zeppelin.
La domenica conclusiva sarà un momento per riconnettersi alla natura più autentica della musica, attraverso la riflessiva profondità del solo, protagonista della giornata con Ståle Storløkken, specialista dell’organo liturgico alla Chiesa di San Giovanni Decollato; seguito da Silvia Bolognesi alla Galleria Giannoni, per il tradizionale momento che vede il contrabbasso protagonista insieme al quadro capolavoro dell’artista Filiberto Minozzi “Sinfonia del Mare”; e ancora dal sassofonista norvegese Kjetil Møster alla Chiesa del Carmine.
E dopo la presentazione di un altro dei nuovi progetti del Centro di Produzione Musica WeStart, il duo TooSeriously CommittedPeople che promette di guidarci in un viaggio a 360 gradi tra mille sonorità al Museo di Storia Naturale Faraggiana, si parte con la serata conclusiva al main stage del Broletto.
In scena la Scuola Di Musica Dedalo con la Dedalo Big Band Jazz Lab guidata da Wally Allifranchini, pronta a scaldare il pubblico e il palco per Davide Shorty, per chiudere il Festival in modo festoso e trasversale con il cantautore, rapper e producer che fa convivere la sua inconfondibile voce soul con sonorità innovative e melodie pervase da jazz e rap.
A queto link sono disponibili i biglietti e il programma completo.