«Torniamo a organizzare le feste nei nostri paesi, ma rispettiamo poche e semplici regole, meno complesse di quanto si possa immaginare». Alessio Biondo, responsabile del settore sicurezza dell’Agenzia turistica locale, ingegnere e con un recente passato di primo cittadino a Romentino, fa il punto della situazione che l’avevo visto protagonista della serata on line promossa dall’Atl a cui avevano partecipato i rappresentanti delle pro loco e amministratori locali (leggi qui).
Tre, in sostanza, i concetti base presi in esame: distanziamento, utilizzo degli strumenti di protezione individuali (le mascherine, tanto per intenderci) e igienizzazione: «Una volta rispettate queste tre regole base – continua – il resto viene di conseguenza». Tutto nasce dal primo “comandamento”, quello riguardante il rispetto delle distanze: «Chiaramente, almeno per quest’anno, dobbiamo scordarci, come ha giustamente già detto la presidente dell’Atl Maria Rosa Fagnoni, serate danzanti e tavolate. Qui occorre prima di tutto un grosso sacrificio da parte degli organizzatori nella ricerca dei giusti spazi».
Senza troppi giri di parole, il parametro individuato è quello di uno a tre: nello spazio dove in passato potevano starci tre persone ora ce potrà stare una soltanto, oppure, se si vuole mantenere inalterata l’affluenza, occorrerà (ma qui il compito si presenta più difficile) triplicare gli spazi. Da qui discendono altre norme, come, in caso di spettacoli musicali, il rispetto dei due metri dal palco alla prima fila riservata al pubblico, così come fra gli stessi musicisti. Tenendo prsente che «concerti tributo da un paio di migliaia di persone, almeno per quest’anno, sono banditi…».
Occhi aperti, insomma, anche sulla somministrazione di cibi e bevande: «Tutti dovranno munirsi di pazienza – prosegue Biondo – evitando code e assembramenti. La distribuzione dovrà essere diversamente gestita, dunque subentrerà un plus nel lavoro degli incaricati, ma non ci sono alternative. Le norme da rispettare, come ho avuto modo di spiegare anche ai tanti che mi hanno contattato nei giorni successivi, non sono molte. Occorre pazienza e buonsenso, perché questo genere di appuntamenti rappresentano una fote importante per le comunità del nostro territorio. Fermarsi sarebbe un peccato, ma occorrono dei sacrifici. Per questo molti hanno preferito, anche su nostro suggerimento, differire magari di qualche settimana o un mese rispetto al calendario originale, per fare qualche esperimento e trarre le apposite valutazioni».
L’ultimo messaggio che si vuole trasmettere è ancora questo: «Torniamo a organizzare le nostre feste – conclude Biondo – Lo chiede chi le organizza, così come la gente. Ma nel rispetto delle regole, che sono davvero poche».
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