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Bonfantini: settant’anni e non sentirli, con lo sguardo sempre rivolto al futuro

L'istituto agrario di Vignale ha festeggiato nel pomeriggio di giovedì l'importante traguardo anche con un'autentica rimpatriata di studenti e docenti del passato: «Una scuola unica, con tante complessità, ma anche diversa dalle altre»

Era il 1952 quando a Novara veniva alla luce l’Istituto agrario Bonfantini. Le ferite delle guerra del decennio precedente si erano pian piano riemarginate e per il Paese gli anni della ricostruzione stavano lasciando il passo a quelli che avrebbero portato al boom economico. In via Crimea, nella zona sud della città, muoveva i suoi primi passi il “Bonfa” (come viene familiarmente chiamato un po’ da tutti): una manciata di aule e di studenti, poi la crescita e lo sviluppo, sino al trasferimento negli anni ’80 nella sua attuale sede, oltre Vignale, lungo la strada per Borgomanero e il lago d’Orta.


Nel pomeriggio di ieri, giovedì 13 ottobre, l’istituto ha festeggiato i suoi primi settant’anni con un’autentica rimpatriata tra studenti e docenti del passato. L’occasione è stata anche quella per tracciare una sorta di bilancio di una scuola «unica, con tante complessità, ma anche diversa dalle altre. Dove lo studio dell’agricoltura secondo alcuni ambiti della modernità lasciano comunque ancora spazio alle tradizioni contadine del passato». Lo ha detto anche Vincenzo Zappia, che del “Bonfa” è stato dirigente scolastico per tre anni sino allo scorso mese di settembre, prima di lasciare il posto a Biatriz Baldo, attuale “preside”. Zappia non ha mancato di ricordare come sotto la sua “gestione” anche l’Istituto di Vignale ha dovuto fare i conti con la pandemia, «ma se la dad è stato un problema per tutti, figuriamoci per una realtà come la nostra». Dal canto suo Baldo ha sottolineato «la particolare accoglienza familiare ricevuta».


Nelle diverse testimonianze si sono intrecciati i vari settori di studio, tanto tradizionali nel nostro territorio, come il riso e la vite. Stefano Vercelloni, già sindaco di Sizzano e vicepresidente dell’associazione Città del vino, lui stesso ex studente del Bonfantini, ha voluto rivolgere un invito alle istituzioni per incoraggiare il lancio sul mercato della produzione vinicola con l’etichetta della scuola novarese. Dal “palazzo” sono intanto arrivati i primi segnali, come quello anticipato dal consigliere provinciale Andrea Crivelli e che riguarderà una bella somma per riqualificare il complesso scolastico, mentre dalla Regione, rappresentata dall’assessore Matteo Marnati, si è auspicato che gli studenti di oggi, sempre più alle prese con il mondo digitale, possano «dare una spinta per il futuro dal punto di vista ecologico».


Un meritato spazio è stato dato anche a una figura “storica” come all’ex preside Carlo Garavaglia e al libro da lui pubblicato in occasione del mezzo secolo di vita della scuola, ma molto si potrà ancora fare se verranno mantenuti i contatti fra docenti e studenti del passato anche, come del resto già avviene in tanti altri istituti, attraverso un’apposita associazione che per il “Bonfa” vede tra le promotrici Paola Battioli, da tempo ai vertici di Confagricoltura Novara e Vco. Perché tanti “ex” hanno poi avuto modo di affermarsi a livello professionale, mantenendo salde le radici con il loro passato.

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Luca Mattioli

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