Trecate, i lavoratori e le lavoratrici Lidl in sciopero davanti al punto vendita: «Chiediamo dignità, salari equi e carichi sostenibili»

Un'altra tappa della mobilitazione nazionale che dura ormai da un anno e mezzo

Erano una quarantina le lavoratrici e lavoratori della filiera LIDL riuniti stamattina davanti al punto vendita di Trecate, insieme a delegati sindacali di Cgil e Uil, per continuare la mobilitazione nazionale che dura ormai da un anno e mezzo. Ci sono magazzinieri, addetti ai reparti, commessi: tutti uniti in una vertenza che dura da un anno e mezzo.

«Siamo qui – spiega Romina Elisa Cozzolino, funzionaria Filcams Cgil – per chiedere che l’azienda torni al tavolo delle trattative e discuta seriamente di salario e di tutele per chi lavora. Finora LIDL si è resa disponibile solo a parole, ma nei fatti ha fatto una proposta indecente: 60 euro una tantum, a fronte di 1,5 miliardi di utile netto nell’ultimo anno».

Una cifra giudicata irricevibile, soprattutto se confrontata con i carichi di lavoro sempre più pesanti e stipendi che non bastano a garantire una vita dignitosa ai lavoratori e alle loro famiglie. «Chiediamo una distribuzione equa dei profitti – sottolinea Cozzolino – e condizioni che rispettino la dignità delle persone che ogni giorno mandano avanti i punti vendita, dal Nord al Sud».

L’ultimo sciopero nazionale del 24 maggio aveva portato alla chiusura di 90 negozi in tutta Italia e oggi i lavoratori sono tornati a farsi sentire. Dietro questa protesta c’è anche il tema della logistica e della qualità del lavoro che essa si porta dietro: turni massacranti, organici ridotti all’osso, pressioni continue per mantenere alti i ritmi.

«Sono carichi di lavoro estremi – conclude la sindacalista – e con questi stipendi è difficile mantenere una famiglia». Intanto, mentre il presidio prosegue, all’interno del punto vendita di Trecate restano solo tre persone a garantire il servizio. A livello nazionale si stanno raccogliendo testimonianze per valutare l’applicazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori per la repressione della condotta antisindacale e dare forza a una battaglia che riguarda 24mila persone. L’obiettivo è chiaro: salari adeguati, carichi sostenibili, tutele vere, perché la dignità di chi lavora non è negoziabile.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Trecate, i lavoratori e le lavoratrici Lidl in sciopero davanti al punto vendita: «Chiediamo dignità, salari equi e carichi sostenibili»

Un’altra tappa della mobilitazione nazionale che dura ormai da un anno e mezzo

Erano una quarantina le lavoratrici e lavoratori della filiera LIDL riuniti stamattina davanti al punto vendita di Trecate, insieme a delegati sindacali di Cgil e Uil, per continuare la mobilitazione nazionale che dura ormai da un anno e mezzo. Ci sono magazzinieri, addetti ai reparti, commessi: tutti uniti in una vertenza che dura da un anno e mezzo.

«Siamo qui – spiega Romina Elisa Cozzolino, funzionaria Filcams Cgil – per chiedere che l’azienda torni al tavolo delle trattative e discuta seriamente di salario e di tutele per chi lavora. Finora LIDL si è resa disponibile solo a parole, ma nei fatti ha fatto una proposta indecente: 60 euro una tantum, a fronte di 1,5 miliardi di utile netto nell’ultimo anno».

Una cifra giudicata irricevibile, soprattutto se confrontata con i carichi di lavoro sempre più pesanti e stipendi che non bastano a garantire una vita dignitosa ai lavoratori e alle loro famiglie. «Chiediamo una distribuzione equa dei profitti – sottolinea Cozzolino – e condizioni che rispettino la dignità delle persone che ogni giorno mandano avanti i punti vendita, dal Nord al Sud».

L’ultimo sciopero nazionale del 24 maggio aveva portato alla chiusura di 90 negozi in tutta Italia e oggi i lavoratori sono tornati a farsi sentire. Dietro questa protesta c’è anche il tema della logistica e della qualità del lavoro che essa si porta dietro: turni massacranti, organici ridotti all’osso, pressioni continue per mantenere alti i ritmi.

«Sono carichi di lavoro estremi – conclude la sindacalista – e con questi stipendi è difficile mantenere una famiglia». Intanto, mentre il presidio prosegue, all’interno del punto vendita di Trecate restano solo tre persone a garantire il servizio. A livello nazionale si stanno raccogliendo testimonianze per valutare l’applicazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori per la repressione della condotta antisindacale e dare forza a una battaglia che riguarda 24mila persone. L’obiettivo è chiaro: salari adeguati, carichi sostenibili, tutele vere, perché la dignità di chi lavora non è negoziabile.

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24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.