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Arona, il Pd presenta il candidato sindaco. Tosi: «Lavoro per una coalizione»

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Non c’è pace per chi vuole sfidare il candidato sindaco della Lega ad Arona, l’attuale vice Federico Monti. Dopo il ritiro di Giovanni La Croce, espressione del movimento “Senso Civico”, il Partito democratico ha puntato le sue carte su Massimo Tosi, pediatra e figura molto nota nella cittadina del Lago Maggiore, per cercare di costruire un’alternativa attraverso la costituzione di una coalizione di centro sinistra. Alla vigilia della sua presentazione ufficiale, avvenuta nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 14 luglio, sul nome di Tosi è però piombata la mannaia di una bocciatura da parte di Italia Viva.

 

 

Le motivazioni sono state espresse in un comunicato diffuso da i due coordinatori provinciali del partito di Matteo Renzi, Giuseppe Genoni e Lella Nava (leggi qui) che non hanno lesinato mezzi termini per definire Tosi, la cui persona gode della massima stima, un «candidato mandato da solo allo sbaraglio». Da parte sua il diretto interessato, intuendo forse la puzza di… bruciato che poteva diffondersi, poche ora prima della diffusione del comunicato da parte di Iv, ha dichiarato un po’ ironicamente di «non voler correre a tutti i costi», di voler lavorare «per costruzione di una coalizione in grado di affrontare una battaglia durissima, tutta in salita, come si annuncia la sfida a Monti», ma soprattutto di essere disposto «a fare un passo indietro se sul mio nome non dovesse esserci piena condivisione».

Al di là di questa situazione, Tosi si è detto pronto a raccogliere la sfida in programma a settembre: «Il momento, per quello che abbiamo attraversato, è sicuramente difficile. I cittadini chiedono all’amministrazione locale risposte. Per questo ho in testa un programma che possa basarsi su diverse cose semplici ma che possano essere utili alla popolazione». Un occhio di riguardo «dovrà essere riservato alle fasce più deboli e poi mi piacerebbe lavorare indirizzando gli sforzi verso tre categorie particolari: stranieri, detenuti e diversamente abili. Sarà importante regolamentare la presenza dei primi evitando nuovi arrivi, poi utilizzare i secondi per lavori socialmente utili come già avviene in altre città; infine creare qualche forma di impiego per i terzi, per far sì che si considerino ancora utili alla società. Ma questo spero solo che possa essere solo l’inizio».

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