«La Provincia deve essere la casa dei sindaci, soprattutto dei piccoli Comuni»

Il primo cittadino di Romentino, Marco Caccia, candidato del centrodestra, rivendica il ruolo di coordinamento dell’ente. «La priorità è dare supporto tecnico e amministrativo ai Comuni»

Marco Caccia è sindaco di Romentino dal 2019 e domenica 14 settembre correrà per la presidenza della Provincia di Novara, sostenuto dai partiti del centrodestra. Il suo sfidante sarà il sindaco di Cameri, Giuliano Pacileo, appoggiato invece dal centrosinistra. Anche questa tornata elettorale sarà di secondo livello: non saranno i cittadini a votare, ma sindaci e consiglieri comunali degli 87 Comuni della provincia, incluso Novara. La sfida si gioca su un ente che, pur ridimensionato dalla riforma Delrio, mantiene un peso decisivo su temi cruciali come scuole, viabilità e pianificazione territoriale.

Con Caccia abbiamo discusso del suo metodo di lavoro, delle priorità del programma e di come immagina la Provincia nei prossimi anni.

La Provincia ha competenze limitate ma decisive, come scuole e strade. Quale sarà, in concreto, il tuo metodo di lavoro nei rapporti con i sindaci del territorio, e quali le priorità immediate del suo mandato, considerando anche le difficoltà di bilancio?
La Provincia deve tornare a essere il vero punto di riferimento per i Comuni, soprattutto per quelli più piccoli che non hanno strutture tecniche adeguate. Il mio metodo sarà quello del supporto e del coordinamento: un ente vicino agli amministratori locali, capace di fornire competenze tecniche e accompagnamento nelle scelte più complesse, in particolare sul piano ambientale e urbanistico. Viviamo in un territorio cruciale, attraversato da grandi direttrici di sviluppo e sottoposto a forti pressioni per logistica, fotovoltaico e altre trasformazioni. Servirà una Provincia capace di dare certezze e di aiutare i sindaci a restare padroni delle decisioni nei loro Comuni.

La tua elezione avverrebbe in un contesto politicamente consolidato, con un consiglio provinciale a prevalenza di centrodestra. Come pensi di garantire comunque voce e rappresentanza alle amministrazioni guidate da schieramenti diversi?
Il presidente deve essere il presidente di tutti. Così come un sindaco, una volta eletto, governa nell’interesse dei cittadini e non delle appartenenze politiche, allo stesso modo in Provincia il principio sarà quello di ascoltare e lavorare insieme a tutti i Comuni, senza distinzione di colore politico.

Molti cittadini potrebbero chiedersi se, in caso di elezione, riuscirai a conciliare il ruolo di presidente della Provincia con quello di sindaco. Cosa rispondi a chi teme che una delle due funzioni finisca per essere trascurata?
La legge prevede che il presidente sia un sindaco in carica, proprio perché le due funzioni sono compatibili. Certo, serve esperienza e organizzazione, ma soprattutto spirito di servizio. È una scelta impegnativa che faccio con consapevolezza e con il sostegno della mia giunta. Le decisioni importanti continuerò a prenderle sempre in prima persona, sia per Romentino sia per la Provincia.

Guardiamo al futuro, dopo avere già terminato il mandato da presidente… cosa dovranno dire i novaresi perché la tua esperienza venga ricordata come un successo e non come una parentesi di pura gestione ordinaria?
Vorrei essere ricordato come un presidente che ha saputo fare davvero da supporto ai Comuni, un punto di riferimento immediato per i sindaci. Penso, per esempio, al tema delle scuole superiori, che riguarda migliaia di ragazzi e famiglie: lì la Provincia deve garantire strutture sicure e adeguate. Un obiettivo concreto che mi piacerebbe realizzare è portare a termine i progetti già finanziati per circa 30 milioni di euro sulla riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Trovare i fondi è solo l’inizio: la vera sfida è completare i lavori e trasformarli in risultati tangibili. In sintesi, mi piacerebbe essere ricordato per una Provincia dei Comuni, capace di programmare e realizzare opere utili alla vita quotidiana dei cittadini.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«La Provincia deve essere la casa dei sindaci, soprattutto dei piccoli Comuni»

Il primo cittadino di Romentino, Marco Caccia, candidato del centrodestra, rivendica il ruolo di coordinamento dell’ente. «La priorità è dare supporto tecnico e amministrativo ai Comuni»

Marco Caccia è sindaco di Romentino dal 2019 e domenica 14 settembre correrà per la presidenza della Provincia di Novara, sostenuto dai partiti del centrodestra. Il suo sfidante sarà il sindaco di Cameri, Giuliano Pacileo, appoggiato invece dal centrosinistra. Anche questa tornata elettorale sarà di secondo livello: non saranno i cittadini a votare, ma sindaci e consiglieri comunali degli 87 Comuni della provincia, incluso Novara. La sfida si gioca su un ente che, pur ridimensionato dalla riforma Delrio, mantiene un peso decisivo su temi cruciali come scuole, viabilità e pianificazione territoriale.

Con Caccia abbiamo discusso del suo metodo di lavoro, delle priorità del programma e di come immagina la Provincia nei prossimi anni.

La Provincia ha competenze limitate ma decisive, come scuole e strade. Quale sarà, in concreto, il tuo metodo di lavoro nei rapporti con i sindaci del territorio, e quali le priorità immediate del suo mandato, considerando anche le difficoltà di bilancio?
La Provincia deve tornare a essere il vero punto di riferimento per i Comuni, soprattutto per quelli più piccoli che non hanno strutture tecniche adeguate. Il mio metodo sarà quello del supporto e del coordinamento: un ente vicino agli amministratori locali, capace di fornire competenze tecniche e accompagnamento nelle scelte più complesse, in particolare sul piano ambientale e urbanistico. Viviamo in un territorio cruciale, attraversato da grandi direttrici di sviluppo e sottoposto a forti pressioni per logistica, fotovoltaico e altre trasformazioni. Servirà una Provincia capace di dare certezze e di aiutare i sindaci a restare padroni delle decisioni nei loro Comuni.

La tua elezione avverrebbe in un contesto politicamente consolidato, con un consiglio provinciale a prevalenza di centrodestra. Come pensi di garantire comunque voce e rappresentanza alle amministrazioni guidate da schieramenti diversi?
Il presidente deve essere il presidente di tutti. Così come un sindaco, una volta eletto, governa nell’interesse dei cittadini e non delle appartenenze politiche, allo stesso modo in Provincia il principio sarà quello di ascoltare e lavorare insieme a tutti i Comuni, senza distinzione di colore politico.

Molti cittadini potrebbero chiedersi se, in caso di elezione, riuscirai a conciliare il ruolo di presidente della Provincia con quello di sindaco. Cosa rispondi a chi teme che una delle due funzioni finisca per essere trascurata?
La legge prevede che il presidente sia un sindaco in carica, proprio perché le due funzioni sono compatibili. Certo, serve esperienza e organizzazione, ma soprattutto spirito di servizio. È una scelta impegnativa che faccio con consapevolezza e con il sostegno della mia giunta. Le decisioni importanti continuerò a prenderle sempre in prima persona, sia per Romentino sia per la Provincia.

Guardiamo al futuro, dopo avere già terminato il mandato da presidente… cosa dovranno dire i novaresi perché la tua esperienza venga ricordata come un successo e non come una parentesi di pura gestione ordinaria?
Vorrei essere ricordato come un presidente che ha saputo fare davvero da supporto ai Comuni, un punto di riferimento immediato per i sindaci. Penso, per esempio, al tema delle scuole superiori, che riguarda migliaia di ragazzi e famiglie: lì la Provincia deve garantire strutture sicure e adeguate. Un obiettivo concreto che mi piacerebbe realizzare è portare a termine i progetti già finanziati per circa 30 milioni di euro sulla riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Trovare i fondi è solo l’inizio: la vera sfida è completare i lavori e trasformarli in risultati tangibili. In sintesi, mi piacerebbe essere ricordato per una Provincia dei Comuni, capace di programmare e realizzare opere utili alla vita quotidiana dei cittadini.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore