Da oggi, sabato 15 maggio, salgono ufficialmente a tre i candidati alla carica di sindaco di Novara. Ai nomi di Alessandro Canelli, primo cittadino uscente del centro-destra, e di Nicola Fonzo, quello che dovrebbe essere – alla guida di una coalizione di centro-sinistra a “trazione” Pd – il suo principale antagonista, si aggiunge quello di Sergio De Stasio, coordinatore provinciale di “Azione”, il partito dell’europarlamentare Carlo Calenda, a sua volta in pista nella Capitale per cercare di scalzare Virginia Raggi dal Campidoglio.
De Stasio, dipendente della Camera di commercio e un recente passato anche segretario provinciale del Pd, si è presentato insieme ai suoi sostenitori nel corso di un incontro avvenuto nel Salone del Broletto al quale hanno partecipato tra l’altro il senatore Matteo Richetti e, collegato in videoconferenza, il deputato Enrico Costa.
Una scelta da più parti definita “coraggiosa”, ma che De Stasio, bypassando i facili proclami che si potrebbero fare in queste queste circostanze, ha voluto semplificare con un «mi candido per restituire qualcosa a quella che da dodici anni è diventata la mia città. Il programma? Lo posso sintetizzare in tre macroaree: innovazione, sostenibilità e servizi».
Richetti, il cui compito è ovviamente stato anche quello di galvanizzare i “suoi”, ha voluto ribadire tra l’altro come «Novara, alla pari di tante altre città di trova di fronte a due grandi bivi. Il primo è volgiamo essere città con un’Università o città universitaria? Il secondo è vogliamo uscire da una logica di gestione amministrativa per entrare in una riprogettazione della città? Penso che la vostra città abbia molte opportunità da sfruttare per la sua posizione, ma non penso solo alla una logistica geofisica, ma anche di investimento». Per Richetti la ricetta è quella di uscire dalla semplice gestione amministrativa, ma entrare, a Novara come in altre realtà, in una nuova progettazione della città».
Ma al di là dei buoni propositi, quali sono le reali e concrete aspettative di “Azione” e del suo candidato in vista dell’appuntamento con le urne? De Stasio ha sempre detto che la voglia del suo partito era quella mi misurarsi, di vedere dove sarebbe potuto arrivare. Oggi, «l’augurio è quello di riuscire ad entrare in Consiglio comunale». Quindi, scheda più, scheda meno, 3 mila voti… E in caso di ballottaggio, De Stasio potrebbe raggiungere un accordo con il suo “vecchio” partito? La (sorprendente) risposta è arrivata da Richetti: «Dipende se loro saranno disponibili a sostenerci…».
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