Canelli con il pallottoliere sul voto contro il riarmo europeo: il testo delle minoranze non passa per un soffio

Il sindaco si muove tra i banchi della maggioranza per evitare defezioni e tenere compatta la coalizione

Un consiglio comunale acceso quello di ieri, 23 giugno, animato dalla discussione sull’ordine del giorno contro il piano di riarmo europeo. Mentre le minoranze hanno portato al voto un testo unitario, è stato tra i banchi della maggioranza che si è giocata la vera partita: complici le astensioni della Lega e alcune perplessità in Forza Novara, si è aperta una frattura che ha costretto il sindaco Alessandro Canelli, esperto di gestione dell’aula, a muoversi con attenzione tra i consiglieri, contando uno a uno i voti per scongiurare l’approvazione dell’atto. Il testo, sintesi di due ordini del giorno distinti presentati da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, chiedeva al Comune di esprimere una netta contrarietà a ogni forma di sostegno al piano europeo “ReArm Europe/Readiness 2030” e di incaricare il presidente del consiglio comunale di trasmettere la posizione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Comitato Europeo delle Regioni.

La posizione del centrosinistra è stata chiara: «Non possiamo accettare che in nome della corsa agli armamenti l’Unione Europea ceda ai suoi valori fondanti come pace e convivenza» ha spiegato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Mario Iacopino, seguito dal consigliere dem Mattia Colli Vignarelli che ha ribadito «la necessità di una difesa comune europea e non soltanto del riarmo, che abbia come obiettivo quello della pace e in cui l’Unione eserciti il suo ruolo di soggetto politico a tutti gli effetti».

Anche il consigliere del Pd Rossano Pirovano ha ricordato come «il termine giusto per il momento storico che viviamo è difesa comune. Se oggi riuscissimo a coordinarci come Unione, riusciremmo a spendere meno, a ottimizzare le risorse ed essere più efficaci sganciandoci dalla protezione degli Usa che con il presidente Trump hanno modificato il loro rapporto con l’Europa» e dalla consigliera dem Cinzia Spilinga che ha sottolineato come «quella che ci immaginiamo oggi è l’Europa dei ragazzi dell’Erasmus, del Meridiano d’Europa, un’Unione che sia un soggetto politico in grado di sedersi con dignità e peso in tutti i tavoli in cui è necessario che si sieda» e ha aggiunto «la pace non è solo assenza delle armi che fanno rumore, ma deve essere giusta e sicura perché i popoli hanno diritto alla sicurezza e alla giustizia e nei nostri obblighi e nei nostri doveri c’è quello di pensare a mondo in cui la pace sia giusta e sicura, e l’Europa guardi al futuro delle giovani generazioni». 

A rivendicare il lavoro politico dietro al testo è stato Nicola Fonzo, capogruppo del Partito Democratico, che ha dichiarato: «Il fatto nuovo per cui la maggioranza ha chiesto la sospensione dei lavori è che le minoranze hanno trovato una sintesi e in quest’aula iniziano a capitare delle cose. Sta capitando per esempio che nelle votazioni la minoranza ha una posizione unitaria e sta definendo la prospettiva per il 2027, sminando ogni situazione in cui potrebbero arrivare con posizioni diverse». L’obiettivo dichiarato da Fonzo è quello di «esprimere una cultura di governo e lavorare per avere un unico candidato che si opponga alla destra alle amministrative del 2027».

È lì che è iniziata la “corsa” di Canelli, anche con una sospensione della seduta per provare a far quadrare i conti sul pallottoliere del centrodestra che, come a livello nazionale ed europeo, ha espresso posizioni diverse in aula. Da un lato la Lega, presente con 7 consiglieri, che tramite il capogruppo Gaetano Picozzi ha dichiarato: «Su questo tema serve un confronto serio e competente. La Lega non sostiene Rearm Europe perché si tratta di una proposta finalizzata a rilanciare settori industriali di specifici paesi. La logica sottostante rischia di promuovere una nuova egemonia economia in Europa contraria agli interessi dell’Italia. Serve invece un piano coerente con sfide reali del nostri tempo in una visione strategica mediterranea».

Diverso approccio invece per il capogruppo di Fdi Michele Ragno che dopo aver punzecchiato la minoranza per le posizioni espresse dai rispettivi partiti in Parlamento Europeo ha aggiunto: «Siamo d’accordo anche noi sul fatto che la difesa comune europea vada rivista, è evidente che questo è un percorso iniziato che va perfezionato e dovrà essere compatibile con il mantenimento dello stato sociale a cui tutti noi siamo sensibili» annunciando il voto contrario del gruppo.

Nessun intervento dal capogruppo di Forza Italia Pietro Gagliardi e nemmeno dalle fila della lista civica Forza Novara, con la consigliera Tiziana Napoli che, indecisa fino all’ultimo sul da farsi, è uscita dall’aula al momento della votazione.

Netto e politico l’intervento del sindaco Alessandro Canelli che prima ha affermato che «questo è un tema molto complesso e la competenza delle decisioni è a livello di politica estera nazionale, quindi con tutto il rispetto di quest’aula si presta il fianco a rischi di strumentalizzazione ideologica e pertanto a un confronto poco costruttivo. Siccome questo non è il posto giusto dove dare indicazioni sul tema e nell’ordine del giorno si chiede al povero presidente Brustia di scrivere alla presidente del Consiglio per dire cosa fare, mi sembra un esercizio di scarsa umiltà», e subito dopo ha espresso una netta posizione politica rispondendo al capogruppo dem Fonzo: «Noi di destra siamo insieme da tanti anni e mi sembra che i risultati in termini elettorali e amministrativi si vedano, finalmente anche voi vi mettete insieme. Ma poi bisogna amministrare e non si amministra sui massimi sistemi, ma bisogna andare d’accordo sulle cose concrete come ha fatto il centrodestra negli ultimi trent’anni» e nel merito ha aggiunto «questo piano prevede una spesa militare di 800 miliardi di euro ma va a indicare che gli acquisti e le forniture devono essere fatti nell’UE e favorirebbe un’industria di un paese membro che ne ricaverebbe molti benefici con i soldi di tutti».

A questo punto con 7 consiglieri della Lega presenti in aula, 6 di Fratelli d’Italia, 1 di Forza Italia, 4 della lista civica Forza Novara, 9 tra Pd, M5S e Insieme per Novara, e 2 del Gruppo Misto, il testo è stato respinto con 12 voti contrari di Fdi, Fi, Forza Novara e del Misto, 9 favorevoli delle opposizioni e 7 astenuti della Lega.

Un risultato che incuriosisce, dal momento che i consiglieri di Forza Novara e Forza Italia presenti in aula hanno votato coerentemente al gruppo di Fratelli d’Italia, scatenando le ire dell’assessore Rocco Zoccali (Forza Novara) che con un epiteto rivolto al capogruppo Andrea Crivelli forse alludeva alla volontà della civica di esprimere voto di astensione. A quel punto, però, l’ordine del giorno probabilmente sarebbe stato approvato con la maggioranza spaccata su una questione diversa da quelle amministrative, ma che avrebbe avuto delle ricadute sugli equilibri politici locali.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Canelli con il pallottoliere sul voto contro il riarmo europeo: il testo delle minoranze non passa per un soffio

Il sindaco si muove tra i banchi della maggioranza per evitare defezioni e tenere compatta la coalizione

Un consiglio comunale acceso quello di ieri, 23 giugno, animato dalla discussione sull’ordine del giorno contro il piano di riarmo europeo. Mentre le minoranze hanno portato al voto un testo unitario, è stato tra i banchi della maggioranza che si è giocata la vera partita: complici le astensioni della Lega e alcune perplessità in Forza Novara, si è aperta una frattura che ha costretto il sindaco Alessandro Canelli, esperto di gestione dell’aula, a muoversi con attenzione tra i consiglieri, contando uno a uno i voti per scongiurare l’approvazione dell’atto. Il testo, sintesi di due ordini del giorno distinti presentati da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, chiedeva al Comune di esprimere una netta contrarietà a ogni forma di sostegno al piano europeo “ReArm Europe/Readiness 2030” e di incaricare il presidente del consiglio comunale di trasmettere la posizione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Comitato Europeo delle Regioni.

La posizione del centrosinistra è stata chiara: «Non possiamo accettare che in nome della corsa agli armamenti l’Unione Europea ceda ai suoi valori fondanti come pace e convivenza» ha spiegato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Mario Iacopino, seguito dal consigliere dem Mattia Colli Vignarelli che ha ribadito «la necessità di una difesa comune europea e non soltanto del riarmo, che abbia come obiettivo quello della pace e in cui l’Unione eserciti il suo ruolo di soggetto politico a tutti gli effetti».

Anche il consigliere del Pd Rossano Pirovano ha ricordato come «il termine giusto per il momento storico che viviamo è difesa comune. Se oggi riuscissimo a coordinarci come Unione, riusciremmo a spendere meno, a ottimizzare le risorse ed essere più efficaci sganciandoci dalla protezione degli Usa che con il presidente Trump hanno modificato il loro rapporto con l’Europa» e dalla consigliera dem Cinzia Spilinga che ha sottolineato come «quella che ci immaginiamo oggi è l’Europa dei ragazzi dell’Erasmus, del Meridiano d’Europa, un’Unione che sia un soggetto politico in grado di sedersi con dignità e peso in tutti i tavoli in cui è necessario che si sieda» e ha aggiunto «la pace non è solo assenza delle armi che fanno rumore, ma deve essere giusta e sicura perché i popoli hanno diritto alla sicurezza e alla giustizia e nei nostri obblighi e nei nostri doveri c’è quello di pensare a mondo in cui la pace sia giusta e sicura, e l’Europa guardi al futuro delle giovani generazioni». 

A rivendicare il lavoro politico dietro al testo è stato Nicola Fonzo, capogruppo del Partito Democratico, che ha dichiarato: «Il fatto nuovo per cui la maggioranza ha chiesto la sospensione dei lavori è che le minoranze hanno trovato una sintesi e in quest’aula iniziano a capitare delle cose. Sta capitando per esempio che nelle votazioni la minoranza ha una posizione unitaria e sta definendo la prospettiva per il 2027, sminando ogni situazione in cui potrebbero arrivare con posizioni diverse». L’obiettivo dichiarato da Fonzo è quello di «esprimere una cultura di governo e lavorare per avere un unico candidato che si opponga alla destra alle amministrative del 2027».

È lì che è iniziata la “corsa” di Canelli, anche con una sospensione della seduta per provare a far quadrare i conti sul pallottoliere del centrodestra che, come a livello nazionale ed europeo, ha espresso posizioni diverse in aula. Da un lato la Lega, presente con 7 consiglieri, che tramite il capogruppo Gaetano Picozzi ha dichiarato: «Su questo tema serve un confronto serio e competente. La Lega non sostiene Rearm Europe perché si tratta di una proposta finalizzata a rilanciare settori industriali di specifici paesi. La logica sottostante rischia di promuovere una nuova egemonia economia in Europa contraria agli interessi dell’Italia. Serve invece un piano coerente con sfide reali del nostri tempo in una visione strategica mediterranea».

Diverso approccio invece per il capogruppo di Fdi Michele Ragno che dopo aver punzecchiato la minoranza per le posizioni espresse dai rispettivi partiti in Parlamento Europeo ha aggiunto: «Siamo d’accordo anche noi sul fatto che la difesa comune europea vada rivista, è evidente che questo è un percorso iniziato che va perfezionato e dovrà essere compatibile con il mantenimento dello stato sociale a cui tutti noi siamo sensibili» annunciando il voto contrario del gruppo.

Nessun intervento dal capogruppo di Forza Italia Pietro Gagliardi e nemmeno dalle fila della lista civica Forza Novara, con la consigliera Tiziana Napoli che, indecisa fino all’ultimo sul da farsi, è uscita dall’aula al momento della votazione.

Netto e politico l’intervento del sindaco Alessandro Canelli che prima ha affermato che «questo è un tema molto complesso e la competenza delle decisioni è a livello di politica estera nazionale, quindi con tutto il rispetto di quest’aula si presta il fianco a rischi di strumentalizzazione ideologica e pertanto a un confronto poco costruttivo. Siccome questo non è il posto giusto dove dare indicazioni sul tema e nell’ordine del giorno si chiede al povero presidente Brustia di scrivere alla presidente del Consiglio per dire cosa fare, mi sembra un esercizio di scarsa umiltà», e subito dopo ha espresso una netta posizione politica rispondendo al capogruppo dem Fonzo: «Noi di destra siamo insieme da tanti anni e mi sembra che i risultati in termini elettorali e amministrativi si vedano, finalmente anche voi vi mettete insieme. Ma poi bisogna amministrare e non si amministra sui massimi sistemi, ma bisogna andare d’accordo sulle cose concrete come ha fatto il centrodestra negli ultimi trent’anni» e nel merito ha aggiunto «questo piano prevede una spesa militare di 800 miliardi di euro ma va a indicare che gli acquisti e le forniture devono essere fatti nell’UE e favorirebbe un’industria di un paese membro che ne ricaverebbe molti benefici con i soldi di tutti».

A questo punto con 7 consiglieri della Lega presenti in aula, 6 di Fratelli d’Italia, 1 di Forza Italia, 4 della lista civica Forza Novara, 9 tra Pd, M5S e Insieme per Novara, e 2 del Gruppo Misto, il testo è stato respinto con 12 voti contrari di Fdi, Fi, Forza Novara e del Misto, 9 favorevoli delle opposizioni e 7 astenuti della Lega.

Un risultato che incuriosisce, dal momento che i consiglieri di Forza Novara e Forza Italia presenti in aula hanno votato coerentemente al gruppo di Fratelli d’Italia, scatenando le ire dell’assessore Rocco Zoccali (Forza Novara) che con un epiteto rivolto al capogruppo Andrea Crivelli forse alludeva alla volontà della civica di esprimere voto di astensione. A quel punto, però, l’ordine del giorno probabilmente sarebbe stato approvato con la maggioranza spaccata su una questione diversa da quelle amministrative, ma che avrebbe avuto delle ricadute sugli equilibri politici locali.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.