«Un candidato sindaco condiviso con il Pd? Ci vorrebbe una specie di Giuseppe Conte novarese». Il pensiero di Mario Iacopino, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale a Novara, riassume l’attuale posizione dei pentastellati in merito ad alleanze che possano portare anche all’ombra della Cupola un governo giallo rosso.
«Stiamo lavorando da tempo al nostro interno – dichiara – cercando, prima di tutto, di elaborare un programma alternativo a quello dell’attuale amministrazione. Canelli ha saputo gestire bene la sua immagine in occasione dell’emergenza Covid, ma per il resto non ha fatto nulla. Da quattro anni stiamo assistendo a una sorta di “one man show” e basta».
Inevitabile chiedere un’opinione su quanto emerso dalla conferenza stampa del Pd, sulle sue posizioni e sui nomi dei possibili candidati che da tempo girano in città. Per Iacopino la scaletta delle priorità del suo partito è però diversa: «Prima pensiamo ai contenuti, al programma. I nomi usciranno dopo. Noi siamo per un’apertura inclusiva ai movimenti civici. I rapporti con i dem? Buoni. In questi anni ho avuto modo di conoscere e apprezzare il lavoro dei vari consiglieri, con i quali, insieme sui banchi della minoranza, abbiamo condiviso molte iniziative». Quando sarà il momento «vedremo di confrontarci e vedere se ci saranno le condizioni anche per una collaborazione elettorale».
La mediazione, si sa, è l’essenza delle politica. Bisognerà capire come un’eventuale trattativa giallo rossa possa partorire qualcosa di concreto, alla luce anche di quanto espresso solamente due giorni fa dagli esponenti del Pd. Nella sostanza, il messaggio che traspare è quello che ben difficilmente i grillini accetteranno a scatola chiusa un candidato imposto dai democratici, senza nemmeno un ricorso alle primarie. E sappiamo bene che se si vuole costruire un centro sinistra allargato il più possibile, alcuni attori (“Azione” di Carlo Calenda) non ne vogliono sapere di un coinvolgimento dei 5 Stelle.
Tutto potrà ancora succedere nei prossimi mesi e le amministrative del 20 e 21 settembre, insieme al referendum per il taglio dei parlamentari, potrebbero essere un primo valido test per capire molte cose.
La sensazione a oggi è comunque quella che il Movimento 5 Stelle, almeno al primo turno, voglia provare a correre da solo, con un suo candidato, magari pescato in quella società civile oggi un po’ dimenticata dal Pd a favore di un candidato interno. E poi magari, in vista del ballottaggio… sempre che ci si arrivi, cercare alleanze. Perché, a fare il verso a Rossano Pirovano, capogruppo del Pd in consiglio comunale, viene da dire: «Potrebbe già essere un successo impedire a Canelli di imporsi al primo turno».
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