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Oleggio, il sindaco Baldassini: «Festa della Liberazione oggi più che mai attuale»

Alla celebrazione presenti le Associazioni combattentistiche e d'Arma insieme alla Banda filarmonica

Un lunedì dal sapore di libertà e democrazia nelle strade di Oleggio. Un lunedì in cui si è ricordata la Liberazione del 25 aprile 1945, ma soprattutto dove si è voluto rafforzare il concetto di pace, tolleranza e resistenza.

Presente alla celebrazione il sindaco oleggese Andrea Baldassini che ha ricordato l’enorme fatica da parte di tutti per poter tornare alla normalità – e libertà – dopo due anni di pandemia: «I parallelismi con la resistenza sono molti; possiamo dire che anche noi abbiamo vissuto la nostra resistenza, abbiamo combattuto e, spero tra pochi mesi, vinto questa battaglia, la battaglia del nostro tempo causata dal Covid. Per questo dobbiamo sentirci ancora più vicini e rinnovare il ricordo di chi, negli anni difficili della Seconda guerra mondiale, ha saputo combattere per donarci la libertà che oggi festeggiamo. Libertà che è costata il sacrificio di tante vite che hanno combattuto la battaglia più difficile ma anche la più bella: quella per la libertà. La libertà che oggi, in tante parti del mondo, anche vicino a noi e mi riferisco all’Ucraina, è negata a causa di chi ritiene di poterla sopprimere con la violenza. Ringrazio quindi tutti coloro che si sono spesi, ad Oleggio, per contrastare la pandemia: i medici che hanno sostenuto uno sforzo davvero incredibile, la CRI, l’AIB, i Carabinieri in Congedo, i volontari dei VVF, gli Alpini e tutte la Associazioni di Volontariato oleggesi che hanno dato la propria disponibilità ad aiutare il prossimo: sono loro i nostri combattenti che con armi molto diverse da quelle dei partigiani hanno comunque liberato la nostra società da un nemico che ha sconvolto le nostre vite».

«Messaggio quindi, quello del 25 aprile, più attuale che mai – ha concluso il sindaco – e chiedo a voi Associazioni di farvi carico di un compito importante: quello di insegnare i valori della resistenza alle nuove generazioni, perché il ricordo e l’esempio non vengano cancellati ma attualizzati così da meglio comprendere anche il nostro presente».

ph Gancarlo Bolamperti

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Paolo Pavone

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