Momo, la minoranza attacca sulla Tari: «Scadenze e aumenti penalizzano cittadini e imprese»

Critiche sugli aumenti e sulla modifica delle date di pagamento

A Momo si accende il dibattito sulla Tari, la tassa rifiuti che per il 2025 porterà aumenti significativi sia per le famiglie che per le attività produttive. La recente approvazione delle tariffe da parte del consiglio comunale ha scatenato le critiche della minoranza, rappresentata in aula dal consigliere Riccardo Prevosti, che ha puntato il dito contro le modifiche previste per il pagamento e la mancata attivazione di misure di sostegno.

«Avevamo chiesto – ha affermato Prevosti – di prorogare la scadenza della prima rata della Tari dal 30 giugno al 31 ottobre, per evitare che ricadesse in un periodo già carico di scadenze fiscali. La maggioranza si è limitata a un rinvio al 31 luglio, che non risolve il problema. Imposte, contributi, IVA e diritto camerale si accavallano, aggravando il bilancio delle famiglie e delle imprese proprio nel periodo estivo, quando magari si vorrebbe usare il denaro per altro, non certo per pagare una tassa che, tra l’altro, ha subito anche degli aumenti».

Il piano finanziario approvato dal Comune ha portato a un incremento delle tariffe per l’anno 2025: le famiglie si troveranno a pagare una quota fissa che varia da 0,237 euro al metro quadro a 0,367 euro al metro quadro, a seconda del numero di componenti, oltre a una quota variabile che può superare i 300 euro annui. Le utenze non domestiche – come negozi, bar, ristoranti e attività artigianali – subiranno aumenti ancora più pesanti: per esempio, un ristorante pagherà fino a 10,10€ al metro quadro solo per la quota variabile.

«La logica di questa impostazione – ha attaccato Prevosti – riflette una mancanza di programmazione e soprattutto di sensibilità verso chi è più in difficoltà. In Consiglio abbiamo chiesto, come accadeva in passato, l’istituzione di un bando per aiutare le famiglie con basso reddito e le attività economiche colpite da questi aumenti, ma nulla è stato fatto. Come al solito, si mettono le mani nelle tasche dei cittadini senza offrire alcuna contropartita».

Dal canto suo, l’amministrazione ha giustificato gli aumenti e la struttura delle tariffe con la necessità di rispettare le direttive ARERA e di garantire la copertura integrale dei costi di servizio, come previsto dalla normativa vigente. Tuttavia, secondo la minoranza «non basta appellarsi alle norme. Serviva una scelta politica chiara per stare dalla parte di famiglie e imprese».

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Momo, la minoranza attacca sulla Tari: «Scadenze e aumenti penalizzano cittadini e imprese»

Critiche sugli aumenti e sulla modifica delle date di pagamento

A Momo si accende il dibattito sulla Tari, la tassa rifiuti che per il 2025 porterà aumenti significativi sia per le famiglie che per le attività produttive. La recente approvazione delle tariffe da parte del consiglio comunale ha scatenato le critiche della minoranza, rappresentata in aula dal consigliere Riccardo Prevosti, che ha puntato il dito contro le modifiche previste per il pagamento e la mancata attivazione di misure di sostegno.

«Avevamo chiesto – ha affermato Prevosti – di prorogare la scadenza della prima rata della Tari dal 30 giugno al 31 ottobre, per evitare che ricadesse in un periodo già carico di scadenze fiscali. La maggioranza si è limitata a un rinvio al 31 luglio, che non risolve il problema. Imposte, contributi, IVA e diritto camerale si accavallano, aggravando il bilancio delle famiglie e delle imprese proprio nel periodo estivo, quando magari si vorrebbe usare il denaro per altro, non certo per pagare una tassa che, tra l’altro, ha subito anche degli aumenti».

Il piano finanziario approvato dal Comune ha portato a un incremento delle tariffe per l’anno 2025: le famiglie si troveranno a pagare una quota fissa che varia da 0,237 euro al metro quadro a 0,367 euro al metro quadro, a seconda del numero di componenti, oltre a una quota variabile che può superare i 300 euro annui. Le utenze non domestiche – come negozi, bar, ristoranti e attività artigianali – subiranno aumenti ancora più pesanti: per esempio, un ristorante pagherà fino a 10,10€ al metro quadro solo per la quota variabile.

«La logica di questa impostazione – ha attaccato Prevosti – riflette una mancanza di programmazione e soprattutto di sensibilità verso chi è più in difficoltà. In Consiglio abbiamo chiesto, come accadeva in passato, l’istituzione di un bando per aiutare le famiglie con basso reddito e le attività economiche colpite da questi aumenti, ma nulla è stato fatto. Come al solito, si mettono le mani nelle tasche dei cittadini senza offrire alcuna contropartita».

Dal canto suo, l’amministrazione ha giustificato gli aumenti e la struttura delle tariffe con la necessità di rispettare le direttive ARERA e di garantire la copertura integrale dei costi di servizio, come previsto dalla normativa vigente. Tuttavia, secondo la minoranza «non basta appellarsi alle norme. Serviva una scelta politica chiara per stare dalla parte di famiglie e imprese».

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.