Parlare di musica, come diceva Frank Zappa, è un po’ come “ballare di architettura”, il che significa che la musica va precipuamente ascoltata, ma per chi non avesse ascoltato ieri sera la Teatro Faraggiana di Novara l’On the Bridge Cello Ensemble, ottetto di giovani violoncellisti, proverò a parlarne, magari cominciando dalla fine, quando Matteo Vercelloni presenta i componenti dello splendido e fresco ottetto come fosse una band rock.
Un modo nuovo e spiritoso tipico di chi è serio, ma non serioso. Bella e variegata la scelta dei brani, che come un bouquet contiene fiori di varie stagioni, dall’opera con la soave “Mi par d’esser con la testa” dal “Barbiere di Siviglia” rossiniano, alla “Boisterous Bourrée” tratta da “Simply Symphony” di Benjamin Britten passando, niente meno che da Richard Wagner (“Feierliches Stucke” da “Lohengrin”), dall’ Ave Maria” di Anton Bruckner, a Michel Corrette, per il frizzi di Richard Strauss, per il “ Konzertwalzer” di Wihelm Fitzenhagen; non disdegnando anche il tocco lieve, ma sostanzioso di un compositore contemporaneo come Francesco Cerrato fratello del direttore dell’ensemble Stefano Cerrato che con Lucia Molinari, Sara Merlini, Benedetta Giolo, Alice Boiardi, Emanuele Rigamonti e Matteo Vercelloni, ha dato vita al bel concerto. Della musica non si potrà parlarne come diceva Zappa, ma in qualche caso si deve scriverne…
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