L’ultimo libro di Andrea De Carlo “Il teatro dei sogni”, edito da La Nave di Teseo, è avvincente e divertente come pochi dei suoi e di tanti e quindi è un romanzo riuscito e vincente. Soprattutto è una satira drammaticamente vera e aderente alla realtà del mondo della politica e dei media italiani.
Lo scontro in una piccola provincia e in un un piccolo comune del Nord Italia attorno al ritrovamento di un presunto teatro romano da parte di un archeologo anticonformista e ambientalista diventa una metafora dell’Italia di oggi raccontata come in uno studio tv spregiudicato ed eccitato nell’alimentare scontri in diretta.
Le due fazioni politiche, l’Unione Nazionale nel cui leader tutto social si legge chiaramente la figura di Salvini e il Rivolgimento in mano al glaciale barbetta rossa leader e alla sua agenzia privata in cui si può leggere il partito grillino sono perculati in modo perfetto e letterariamente mirabile.
Se in romanzi come Macno o Uto De Carlo ha perfino profeticamente anticipato la realtà attraverso la fantapolitica qui si limita a usare la fiction per raccontarci una realtà che ha superato la fantasia.
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