Si erano paventate defezioni di massa, fughe dalla scuola, li avevano dipinti come una massa di assenteisti, fannulloni e anche un po’ codardi. Forti del loro stipendio sicuro, delle loro diciotto ore di cattedra, dei famigerati tre mesi di vacanza, sono stati spesso criticati, bistrattati, insultati e qualche volta anche aggrediti.
Invece sono là seduti in cattedra con davanti i ragazzi, a pochi metri. Sono tesi, nervosi, hanno paura, come tutti noi o quasi. Ma sono là. Io li vedo tutti i giorni, incrocio i loro sguardi preoccupati, scambio con loro qualche parola e qualche battuta. Io sono barricato nel mio ufficio, c’è uno sportello con uno spesso vetro, sono davanti al mio computer, potrei anche lavorare da casa e probabilmente lo farò.
Loro per adesso sono al fronte, perché la scuola non è un luogo come un altro e qualche rischio lo porta con sé. Tutti però finora sembrano molto responsabili, alunni, genitori, docenti. Ringraziate gli insegnanti dei vostri figli, questa volta se lo meritano.
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