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Il “connubio” fra San Gaudenzio ed Edmondo Poletti si apre all’arte contemporanea

Giovedì allo “Spazio Vivace” apertura della mostra di diciotto artisti che hanno aderito al progetto. Le opere saranno poi messe all'asta e il ricavato sarà devoluto all'associazione “Liberazione e speranza”. Nel quadriportico di Palazzo Natta esposti anche due esemplari della statuetta dedicata al Patrono

Passa attraverso San Gaudenzio e a un’apertura nei confronti dell’arte contemporanea l’ennesima tappar verso la riscoperta di Edmondo Poletti. Il percorso di valorizzazione dell’artista novarese, scomparso nel 1979 a 71 anni, curato dal Servizio di Politiche culturali della Provincia insieme a “Spazio Vivace” e l’associazione “Taff – Laboratorio di ceramica” di Carpignano Sesia, culminerà, dopodomani, giovedì 19 alle 18 nel locale di piazza delle Erbe con la presentazione del catalogo “Pop – Poletti. Edmondo Poletti. 18 artisti per San Gaudenzio” e il vernissage dell’allestimento (visitabile durante l’intero periodo della Patronale) dove sono presenti appunto i lavori di diciotto artisti che hanno aderito all’iniziativa. Si tratta di Davide Baroggi, Pako Bono, Eugenio Cerrato, Riccordo Ciorciolani, Federico Cozzucoli, Davide Ferro, Enzo Fiore, Ernesto Jannini, Marcello Mantovani, Silvana Marra, Elisabetta Marzorati, Fabrizio Molinario, Florine Offergelt, Olinsky, Costantino Peroni, Massimo Romani e Vittorio Valente. Un progetto che assume anche un profondo significato, perché, come ha ricordato Veronica Armani di “Vivace”, «tutti gli artisti hanno donato le loro opere e alla conclusione della mostra saranno messe all’asta. Il ricavato sarà devoluto alla cooperativa sociale “Liberazione e speranza”, che in città gestisce il Centro antiviolenza a favore delle donne vittime di maltrattamento e dei loro bambini».


Nello stesso periodo nel quadriportico di Palazzo Natta saranno esposti due esemplari del “San Gaudenzio” di Poletti: «L’artista – ha ricordato ancora Armani – ne aveva realizzati duecento, donandoli ad altrettanti novaresi. Ne abbiamo recuperati quattro, ma sarebbe bello scoprire che fine hanno fatto tutti gli altri». Un Poletti rivisto in chiave pop, ma che vuole essere un ulteriore omaggio nei confronti della famoso lavoro che l’artista dedicò al Patrono dell’intera Diocesi. Come un vero puzzle, tanti tasselli si aggiungono di volta in volta, come quelli, ha detto tra l’altro la consigliera delegata dell’amministrazione provinciale Marzia Vicenzi, «relativi al rinvenimento del calco originale utilizzato per la realizzazione della statuetta», accennando al precedente evento organizzato nello scorso mese di settembre e anche quello dedicato ad alcuni calchi scultorei e bassorilievi sempre di Poletti.

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Luca Mattioli

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