Giorgio Pasotti debutta nella lirica: il Coccia gli affida la regia di Traviata che apre la stagione d’autunno

L'attore a Novara dopo che l'opera di Verdi era stata stoppata a luglio. Un allestimento tecnologico e immersivo. «Così vogliamo riportare i giovani a teatro»

La stagione d’opera del Teatro Coccia di Novara prosegue con uno dei capolavori assoluti del melodramma italiano: La Traviata di Giuseppe Verdi, in scena da venerdì 26 a martedì 30 settembre. Dopo sei anni di assenza dal cartellone l’ultima edizione risale al 2019 con la regia di Renato Bonajuto – il celebre titolo verdiano torna a emozionare il pubblico novarese con un allestimento di grande impatto visivo e scenico, che segna il debutto alla regia lirica dell’attore Giorgio Pasotti.

Un allestimento che arriva al termine di un percorso complicato: l’opera avrebbe dovuto andare in scena lo scorso luglio a Sordevolo, ma l’accordo con l’amministrazione comunale non era stato raggiunto; poi si era ipotizzata una messa in scena estiva proprio al Coccia, ma l’assenza dell’impianto di climatizzazione aveva reso impossibile l’apertura del teatro nei mesi più caldi. Infine, la decisione di spostare la produzione a fine settembre.

Non è la prima volta che il Coccia scommette su registi provenienti da altri ambiti artistici: negli scorsi passati erano stati chiamati artisti quali Dario Argento, Sergio Rubini e Morgan, che avevano firmato alcune regie operistiche raccogliendo curiosità, per alcuni aspetti anche critiche, da parte del pubblico.

La direzione musicale è affidata al Maestro Alessandro Cadario, mentre il progetto scenico porta le firme di alcune tra le personalità più autorevoli del panorama teatrale italiano: Anna Biagiotti per i costumi, Italo Grassi per le scene – già apprezzati insieme nella produzione di La Bohème 2023 – e Luca Attilii per il visual design, che torna al Coccia dopo i successi di Cavalleria Rusticana/Pagliacci e Aida a Sordevolo. Le luci sono curate da Ivan Pastrovicchio, le coreografie da Giuliano De Luca.

L’allestimento si distingue per la forte componente immersiva e tecnologica, resa possibile grazie alla partnership tecnica con Cm di Claudio Mazzucchelli, Epson, Foohn, Zzipp Group e Hikvision, che hanno contribuito alla realizzazione di una scena di grande precisione e suggestione.

Sul palco si alterneranno due cast: nei panni di Violetta Valéry si esibiranno Francesca Sassu (26 e 28 settembre) e Alexandra Grigoras (27 e 30), mentre il ruolo di Alfredo Germont sarà interpretato da Francesco Castoro (26 e 28) e Carlo Raffaelli (27 e 30). Mario Cassi (26 e 28) e Marcello Rosiello (27 e 30) saranno Giorgio Germont.

Tra gli altri interpreti: Anna Malavasi e Mariateresa Federico (Flora), Martina Malavolti (Annina), Simone Fenotti (Gastone), Matteo Mollica (Barone Douphol), Omar Cepparolli (Dottor Grenvil), Ranyi Jiang (Marchese d’Obigny), Cherubino Boscolo (Giuseppe), Silvio Giorcelli (un domestico di Flora) e Luigi Cappelletti (un commissionario).

In buca, l’orchestra Antonio Vivaldi; in scena, la Schola Cantorum San Gregorio Magno diretta dal Maestro del coro Filippo Sala. Le recite sono in programma venerdì 26 e sabato 27 settembre alle 20.30, domenica 28 settembre alle 16 e martedì 30 settembre alle 20.30.

Le voci dei protagonisti

Corinne Baroni, direttrice del Coccia: «È un progetto ambizioso, reso possibile anche grazie allo sponsor tecnico Claudio Mazzucchelli, che ci ha permesso di realizzare una scenografia tecnologica che resterà patrimonio del nostro teatro. Per la prima volta proponiamo quattro repliche con due cast: una scelta che non porta guadagni aggiuntivi, perché lo sbigliettamento copre appena il 10% dei costi di produzione, ma che rappresenta un investimento culturale per la città».

Giorgio Pasotti, regista: «Amo le sfide. Da bambino guardavo le botteghe artigiane vicino a Bergamo con ammirazione, oggi mi sento un artigiano nella sua bottega che si dedica a ciò in cui crede. Quando è arrivata la proposta del Coccia non avrei mai immaginato di cimentarmi nella regia di un’opera lirica. Ho voluto affrontare questo compito con rispetto per l’opera: l’apparato tecnologico non deve essere invadente, ma uno strumento per riavvicinare i giovani al teatro dopo gli anni del Covid stimolando l’entusiasmo per gli spettacoli dal vivo. Dobbiamo incuriosirli: finita la generazione degli abbonati, ci sarà un vuoto nei teatri. Voglio dare un’idea moderna e comprensibile dell’opera, guidato dalle emozioni. All’inizio ero impaurito, ora mi sento forte, circondato da una squadra preparata». Pasotti ha poi confidato che, se dovesse tornare a firmare una regia lirica, sceglierebbe la Turandot: «Il mondo orientale è quello che conosco meglio ed è dove ho studiato».

Italo Grassi, scenografo: «Siamo all’inizio del lavoro e dobbiamo trovare la giusta sfumatura perché questo spettacolo sia bello da vedere e il pubblico torni a casa arricchito. La scena sarà monumentale, ispirata all’Art déco, con la vicenda spostata ai primi del Novecento».

Luca Attilii, visual designer: «Il nostro obiettivo è toccare il cuore del pubblico. Il percorso visivo accompagna lo spettatore in un viaggio che parte da Henri de Toulouse-Lautrec fino a Gustav Klimt, per restituire l’intensità emotiva che stiamo cercando di costruire insieme alla musica e alla scena».

Alessandro Cadario, direttore d’orchestra: «Tra i primi titoli che ho diretto a Siena c’era proprio La Traviata. Questa produzione al Coccia mi permette di vivere da vicino il lavoro in un teatro di tradizione. E trovo straordinario che partecipi un coro amatoriale: è una scelta filologica, che dà un colore speciale e autentico a questa partitura».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Giorgio Pasotti debutta nella lirica: il Coccia gli affida la regia di Traviata che apre la stagione d’autunno

L’attore a Novara dopo che l’opera di Verdi era stata stoppata a luglio. Un allestimento tecnologico e immersivo. «Così vogliamo riportare i giovani a teatro»

La stagione d’opera del Teatro Coccia di Novara prosegue con uno dei capolavori assoluti del melodramma italiano: La Traviata di Giuseppe Verdi, in scena da venerdì 26 a martedì 30 settembre. Dopo sei anni di assenza dal cartellone l’ultima edizione risale al 2019 con la regia di Renato Bonajuto – il celebre titolo verdiano torna a emozionare il pubblico novarese con un allestimento di grande impatto visivo e scenico, che segna il debutto alla regia lirica dell’attore Giorgio Pasotti.

Un allestimento che arriva al termine di un percorso complicato: l’opera avrebbe dovuto andare in scena lo scorso luglio a Sordevolo, ma l’accordo con l’amministrazione comunale non era stato raggiunto; poi si era ipotizzata una messa in scena estiva proprio al Coccia, ma l’assenza dell’impianto di climatizzazione aveva reso impossibile l’apertura del teatro nei mesi più caldi. Infine, la decisione di spostare la produzione a fine settembre.

Non è la prima volta che il Coccia scommette su registi provenienti da altri ambiti artistici: negli scorsi passati erano stati chiamati artisti quali Dario Argento, Sergio Rubini e Morgan, che avevano firmato alcune regie operistiche raccogliendo curiosità, per alcuni aspetti anche critiche, da parte del pubblico.

La direzione musicale è affidata al Maestro Alessandro Cadario, mentre il progetto scenico porta le firme di alcune tra le personalità più autorevoli del panorama teatrale italiano: Anna Biagiotti per i costumi, Italo Grassi per le scene – già apprezzati insieme nella produzione di La Bohème 2023 – e Luca Attilii per il visual design, che torna al Coccia dopo i successi di Cavalleria Rusticana/Pagliacci e Aida a Sordevolo. Le luci sono curate da Ivan Pastrovicchio, le coreografie da Giuliano De Luca.

L’allestimento si distingue per la forte componente immersiva e tecnologica, resa possibile grazie alla partnership tecnica con Cm di Claudio Mazzucchelli, Epson, Foohn, Zzipp Group e Hikvision, che hanno contribuito alla realizzazione di una scena di grande precisione e suggestione.

Sul palco si alterneranno due cast: nei panni di Violetta Valéry si esibiranno Francesca Sassu (26 e 28 settembre) e Alexandra Grigoras (27 e 30), mentre il ruolo di Alfredo Germont sarà interpretato da Francesco Castoro (26 e 28) e Carlo Raffaelli (27 e 30). Mario Cassi (26 e 28) e Marcello Rosiello (27 e 30) saranno Giorgio Germont.

Tra gli altri interpreti: Anna Malavasi e Mariateresa Federico (Flora), Martina Malavolti (Annina), Simone Fenotti (Gastone), Matteo Mollica (Barone Douphol), Omar Cepparolli (Dottor Grenvil), Ranyi Jiang (Marchese d’Obigny), Cherubino Boscolo (Giuseppe), Silvio Giorcelli (un domestico di Flora) e Luigi Cappelletti (un commissionario).

In buca, l’orchestra Antonio Vivaldi; in scena, la Schola Cantorum San Gregorio Magno diretta dal Maestro del coro Filippo Sala. Le recite sono in programma venerdì 26 e sabato 27 settembre alle 20.30, domenica 28 settembre alle 16 e martedì 30 settembre alle 20.30.

Le voci dei protagonisti

Corinne Baroni, direttrice del Coccia: «È un progetto ambizioso, reso possibile anche grazie allo sponsor tecnico Claudio Mazzucchelli, che ci ha permesso di realizzare una scenografia tecnologica che resterà patrimonio del nostro teatro. Per la prima volta proponiamo quattro repliche con due cast: una scelta che non porta guadagni aggiuntivi, perché lo sbigliettamento copre appena il 10% dei costi di produzione, ma che rappresenta un investimento culturale per la città».

Giorgio Pasotti, regista: «Amo le sfide. Da bambino guardavo le botteghe artigiane vicino a Bergamo con ammirazione, oggi mi sento un artigiano nella sua bottega che si dedica a ciò in cui crede. Quando è arrivata la proposta del Coccia non avrei mai immaginato di cimentarmi nella regia di un’opera lirica. Ho voluto affrontare questo compito con rispetto per l’opera: l’apparato tecnologico non deve essere invadente, ma uno strumento per riavvicinare i giovani al teatro dopo gli anni del Covid stimolando l’entusiasmo per gli spettacoli dal vivo. Dobbiamo incuriosirli: finita la generazione degli abbonati, ci sarà un vuoto nei teatri. Voglio dare un’idea moderna e comprensibile dell’opera, guidato dalle emozioni. All’inizio ero impaurito, ora mi sento forte, circondato da una squadra preparata». Pasotti ha poi confidato che, se dovesse tornare a firmare una regia lirica, sceglierebbe la Turandot: «Il mondo orientale è quello che conosco meglio ed è dove ho studiato».

Italo Grassi, scenografo: «Siamo all’inizio del lavoro e dobbiamo trovare la giusta sfumatura perché questo spettacolo sia bello da vedere e il pubblico torni a casa arricchito. La scena sarà monumentale, ispirata all’Art déco, con la vicenda spostata ai primi del Novecento».

Luca Attilii, visual designer: «Il nostro obiettivo è toccare il cuore del pubblico. Il percorso visivo accompagna lo spettatore in un viaggio che parte da Henri de Toulouse-Lautrec fino a Gustav Klimt, per restituire l’intensità emotiva che stiamo cercando di costruire insieme alla musica e alla scena».

Alessandro Cadario, direttore d’orchestra: «Tra i primi titoli che ho diretto a Siena c’era proprio La Traviata. Questa produzione al Coccia mi permette di vivere da vicino il lavoro in un teatro di tradizione. E trovo straordinario che partecipi un coro amatoriale: è una scelta filologica, che dà un colore speciale e autentico a questa partitura».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore