Dai giornali dell’Ottocento le cronache dimenticate di Novara: storie, ferrovie, manicomi e menù d’epoca

Il progetto di digitalizzazione dei Periodici storici del Novarese, promosso dalla Biblioteca civica Negroni e cofinanziato dalla Regione Piemonte ha ridato voce alla memoria della città e della provincia

Curiosità, dettagli quotidiani, cronache di eventi che oggi sono storia e allora erano attualità: è questo il cuore del progetto di digitalizzazione dei Periodici storici del Novarese, promosso dalla Biblioteca civica Negroni e cofinanziato dalla Regione Piemonte. Un’iniziativa che sta restituendo voce e colore alla memoria della città e della provincia attraverso le pagine dei giornali locali pubblicati tra la metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Ed è proprio tra quelle righe che riemergono storie sorprendenti.

Come quella di Luigi Camoletti, fondatore nel 1837 de L’Iride, il primo periodico politico-culturale di Novara, avviato grazie a un’eredità ricevuta da uno zio prete… e a un debito da saldare. O come le due testate rivali La Vedetta (1859-1878) e La Verità (1863-1878), che animavano il dibattito politico cittadino da due fronti opposti: conservatore la prima, progressista la seconda, entrambe attente allo sviluppo di una città che, in quegli anni, giocava un ruolo strategico nel nuovo Regno d’Italia.

Altre scoperte, raccontate dalle volontarie Anna Denes e Daniela Giarda, riguardano episodi unici: La Libertà (1884-1887) pubblicò ad esempio un intero resoconto con illustrazione dedicata all’apertura della linea ferroviaria Novara-Varallo, riportando perfino i dettagli del menù del banchetto celebrativo. L’Avvenire (1880-1900), voce progressista, celebrava invece l’inaugurazione della tratta Novara-Saronno-Seregno, quella che diventerà poi parte delle Ferrovie Nord. Non mancano, naturalmente, notizie oggi impossibili da pubblicare con lo stesso linguaggio: come il resoconto dell’apertura del manicomio cittadino, raccontato con una terminologia che oggi sarebbe inaccettabile.

Il progetto, avviato nel 2024 e concluso a luglio 2025, ha già visto due tranche di finanziamento regionale: 6.900 euro lo scorso anno su un costo di oltre 11mila euro, 11.740 euro quest’anno su una spesa complessiva di oltre 18mila. La Regione ha creduto fin dall’inizio nel valore culturale dell’operazione. «La digitalizzazione dei periodici storici permette di conservare la memoria del passato e di renderla accessibile, fruibile e viva per le generazioni presenti e future – ha affermato l’assessora regionale alla Cultura Marina Chiarelli –. L’identità dei territori è conservata anche in questi documenti preziosi, che spesso però sono fragili e difficilmente accessibili. Con la digitalizzazione creiamo un patrimonio online per tutti».

L’obiettivo è rendere questi materiali disponibili sui portali “Giornali del Piemonte” e “Internet Culturale” dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane. Ma il progetto non si limita alla digitalizzazione: in collaborazione con il Gruppo di lavoro (composto da bibliotecari, volontari della Sezione Novarese, le biblioteche del SBBN, quelle del Polo Upo e l’Università delle Tre Età), la Biblioteca ha iniziato a pubblicare da febbraio le “Curiosità in pillole”: brevi estratti e aneddoti pubblicati online e in versione cartacea nei luoghi della cultura.

«È un modo per valorizzare e far conoscere un patrimonio straordinario, spesso sottovalutato, e per proteggere questi materiali dall’usura della consultazione diretta – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Novara Luca Piantanida, che ha sottolineato come l’accesso digitale aiuti anche la ricerca e la trasmissione dell’eredità culturale. A settembre partiranno anche corsi di approfondimento dedicati alle fonti digitalizzate.

Il direttore della Biblioteca Paolo Testori ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto: «Ci auguriamo di poter continuare anche nei prossimi anni: questi giornali raccontano chi siamo stati e aiutano a capire chi siamo oggi».

Per consultare i periodici che sono già stati digitalizzati basta cliccare sull’apposta sezione del sito della biblioteca Negroni.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Dai giornali dell’Ottocento le cronache dimenticate di Novara: storie, ferrovie, manicomi e menù d’epoca

Il progetto di digitalizzazione dei Periodici storici del Novarese, promosso dalla Biblioteca civica Negroni e cofinanziato dalla Regione Piemonte ha ridato voce alla memoria della città e della provincia

Curiosità, dettagli quotidiani, cronache di eventi che oggi sono storia e allora erano attualità: è questo il cuore del progetto di digitalizzazione dei Periodici storici del Novarese, promosso dalla Biblioteca civica Negroni e cofinanziato dalla Regione Piemonte. Un’iniziativa che sta restituendo voce e colore alla memoria della città e della provincia attraverso le pagine dei giornali locali pubblicati tra la metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Ed è proprio tra quelle righe che riemergono storie sorprendenti.

Come quella di Luigi Camoletti, fondatore nel 1837 de L’Iride, il primo periodico politico-culturale di Novara, avviato grazie a un’eredità ricevuta da uno zio prete… e a un debito da saldare. O come le due testate rivali La Vedetta (1859-1878) e La Verità (1863-1878), che animavano il dibattito politico cittadino da due fronti opposti: conservatore la prima, progressista la seconda, entrambe attente allo sviluppo di una città che, in quegli anni, giocava un ruolo strategico nel nuovo Regno d’Italia.

Altre scoperte, raccontate dalle volontarie Anna Denes e Daniela Giarda, riguardano episodi unici: La Libertà (1884-1887) pubblicò ad esempio un intero resoconto con illustrazione dedicata all’apertura della linea ferroviaria Novara-Varallo, riportando perfino i dettagli del menù del banchetto celebrativo. L’Avvenire (1880-1900), voce progressista, celebrava invece l’inaugurazione della tratta Novara-Saronno-Seregno, quella che diventerà poi parte delle Ferrovie Nord. Non mancano, naturalmente, notizie oggi impossibili da pubblicare con lo stesso linguaggio: come il resoconto dell’apertura del manicomio cittadino, raccontato con una terminologia che oggi sarebbe inaccettabile.

Il progetto, avviato nel 2024 e concluso a luglio 2025, ha già visto due tranche di finanziamento regionale: 6.900 euro lo scorso anno su un costo di oltre 11mila euro, 11.740 euro quest’anno su una spesa complessiva di oltre 18mila. La Regione ha creduto fin dall’inizio nel valore culturale dell’operazione. «La digitalizzazione dei periodici storici permette di conservare la memoria del passato e di renderla accessibile, fruibile e viva per le generazioni presenti e future – ha affermato l’assessora regionale alla Cultura Marina Chiarelli –. L’identità dei territori è conservata anche in questi documenti preziosi, che spesso però sono fragili e difficilmente accessibili. Con la digitalizzazione creiamo un patrimonio online per tutti».

L’obiettivo è rendere questi materiali disponibili sui portali “Giornali del Piemonte” e “Internet Culturale” dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane. Ma il progetto non si limita alla digitalizzazione: in collaborazione con il Gruppo di lavoro (composto da bibliotecari, volontari della Sezione Novarese, le biblioteche del SBBN, quelle del Polo Upo e l’Università delle Tre Età), la Biblioteca ha iniziato a pubblicare da febbraio le “Curiosità in pillole”: brevi estratti e aneddoti pubblicati online e in versione cartacea nei luoghi della cultura.

«È un modo per valorizzare e far conoscere un patrimonio straordinario, spesso sottovalutato, e per proteggere questi materiali dall’usura della consultazione diretta – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Novara Luca Piantanida, che ha sottolineato come l’accesso digitale aiuti anche la ricerca e la trasmissione dell’eredità culturale. A settembre partiranno anche corsi di approfondimento dedicati alle fonti digitalizzate.

Il direttore della Biblioteca Paolo Testori ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto: «Ci auguriamo di poter continuare anche nei prossimi anni: questi giornali raccontano chi siamo stati e aiutano a capire chi siamo oggi».

Per consultare i periodici che sono già stati digitalizzati basta cliccare sull’apposta sezione del sito della biblioteca Negroni.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore