Con il Fai visita a Palazzo Cacciapiatti che attende restauri

Evento eccezionale nel pomeriggio di sabato 4 ottobre fra le sale storiche e affrescate del Tribunale di Novara. Dal presidente Ghinetti appello ad intervenire per sanare il degrado delle opere. Problema complesso, ma qualcosa si muove

Appuntamento d’eccezione sabato 4 ottobre per visitare l’ala storica di Palazzo Cacciapiatti, attuale sede del Tribunale di Novara, in particolare le sale ricche di preziosi affreschi settecenteschi, oggi a rischio per l’urgente necessità di restauri alla struttura.

L’iniziativa è della Delegazione FAI di Novara, ma la presentazione avvenuta questo giovedì proprio nel prestigioso salone d’onore, o sala della musica, è stata anche occasione per un vero appello del presidente del Tribunale, Andrea Ghinetti perché prenda avvio l’iter per gli interventi conservativi, che si preannuncia costoso e complesso e che oggi è nella fase preliminare.

UN PALAZZO RICCO D’ARTE, BISOGNOSO DI CURE

«Come attuali amministratori siamo felici che questo palazzo venga goduto anche dai cittadini, così da restituire loro un po’ di bellezza che ci è data nel nostro lavoro quotidiano» ha introdotto il presidente Ghinetti, raccontando come proprio la sala della musica, sia stato già sede di quattro concerti del Conservatorio Cantelli.

Poi è entrato nel cuore del problema: «C’è un degrado progressivo segnalato da decenni, originato da infiltrazioni d’acqua dai tetti e da caditoie interne, che interessa le pareti dipinte, infissi, arredi settecenteschi e in particolare le preziose specchiere tutelate da oltre un secolo». Una difficoltà è data dalla molteplicità di enti interessati al bene: il Comune di Novara che è proprietario, il Ministero della Giustizia che ne usufruisce e le Soprintendenze. «Siamo fiduciosi che insieme si arrivi ad una soluzione e si possa intervenire anche con il mecenatismo di qualche privato» è l’auspicio del presidente del Tribunale, che dal suo insediamento a Novara ha richiamato l’attenzione delle varie istituzioni.

Il presidente del Tribunale Andrea Ghinetti nella sala con le storiche specchiere

La problematica è complessa perché è incerta la definizione dell’istituzione chiamata ad intervenire, tuttavia qualche cosa si muove: «Lo scorso gennaio è avvenuto un sopralluogo congiunto tra gli enti per avviare un’attività di concerto – ha aggiunto – e programmare l’installazione di una “linea vita” sul tetto, fondamentale per consentire ai tecnici l’ispezione dei danni e successivamente i lavori che arrestino il degrado».

Anche per questo, ha concluso il presidente del Tribunale, «mettiamo a disposizione questo palazzo per attività culturali con la speranza che si potrà offrire alla città un bene riportato agli antichi fasti».

SI VISITA UN BENE DA AMARE E PROTEGGERE

«Dobbiamo anzitutto ringraziare il dottor Ghinetti – ha affermato il capo delegazione Fai, Matteo Caporusso – per la sua disponibilità immediata e per l’accoglienza della proposta con grande interesse. Così i visitatori potranno scoprire, con questa apertura eccezionale che non potrà ripetersi se non fra anni, l’ala più ricca d’arte di uno splendido palazzo».

«Lo vogliamo far conoscere ai novaresi perché lo possano amare e quindi attivarsi per proteggerlo. Spero che ognuno possa portare a casa un ricordo di questo palazzo che è un bene pubblico» ha aggiunto Caporusso, affiancato dai delegati agli eventi Fai, Angelica Angellotto e Tommaso Siviero, che saranno gli accompagnatori nelle visite guidate.

Un momento della presentazione nella “sala della musica”

Palazzo Cacciapiatti-Fossati sorse nel tardo Seicento per volere del cavaliere Luigi Cacciapiatti, come dimora nobiliare della famiglia. Nel settecento visse il suo massimo splendore, quando Giacomo Francesco Cacciapiatti, divenuto marchese nel 1721, promosse importanti lavori di ampliamento e abbellimento. Cuore del palazzo e della visita è la “sala della musica” o salone d’onore, tutto affrescato dal Legnanino, pittore anche nello scurolo di San Gaudenzio.

«La visita è divisa in due parti, le sale e un’ampio momento per cui conoscere la storia della famiglia. Grazie all’ultimo erede che abbiamo rintracciato, il generale Crainz Fossati De Regibus Cacciapiatti, che ci ha messo a disposizione l’archivio storico di famiglia – ha spiegato Caporusso – mostreremo anche fotografie di un secolo fa che illustrano la vita nel palazzo e le sale con i beni e gli arredi dell’epoca. Ci sarà anche una parte dedicata alla basilica di San Gaudenzio con le donazioni fatte dalla famiglia Cacciapiatti».

Sabato 4 ottobre le visite inizieranno alle 15 con ritrovo in via Azario 5: saranno a gruppi di una quarantina di persone e dureranno circa un’ora. Per partecipare viene fortemente consigliata la prenotazione (novara@delegazionefai.fondoambiente.it). Il contributo minimo suggerito è di 15 euro, ridotto a 10 per gli iscritti Fai. L’intero incasso verrà devoluto al Fondo per l’Ambiente Italiano.

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Immagine di Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Con il Fai visita a Palazzo Cacciapiatti che attende restauri

Evento eccezionale nel pomeriggio di sabato 4 ottobre fra le sale storiche e affrescate del Tribunale di Novara. Dal presidente Ghinetti appello ad intervenire per sanare il degrado delle opere. Problema complesso, ma qualcosa si muove

Appuntamento d’eccezione sabato 4 ottobre per visitare l’ala storica di Palazzo Cacciapiatti, attuale sede del Tribunale di Novara, in particolare le sale ricche di preziosi affreschi settecenteschi, oggi a rischio per l’urgente necessità di restauri alla struttura.

L’iniziativa è della Delegazione FAI di Novara, ma la presentazione avvenuta questo giovedì proprio nel prestigioso salone d’onore, o sala della musica, è stata anche occasione per un vero appello del presidente del Tribunale, Andrea Ghinetti perché prenda avvio l’iter per gli interventi conservativi, che si preannuncia costoso e complesso e che oggi è nella fase preliminare.

UN PALAZZO RICCO D’ARTE, BISOGNOSO DI CURE

«Come attuali amministratori siamo felici che questo palazzo venga goduto anche dai cittadini, così da restituire loro un po’ di bellezza che ci è data nel nostro lavoro quotidiano» ha introdotto il presidente Ghinetti, raccontando come proprio la sala della musica, sia stato già sede di quattro concerti del Conservatorio Cantelli.

Poi è entrato nel cuore del problema: «C’è un degrado progressivo segnalato da decenni, originato da infiltrazioni d’acqua dai tetti e da caditoie interne, che interessa le pareti dipinte, infissi, arredi settecenteschi e in particolare le preziose specchiere tutelate da oltre un secolo». Una difficoltà è data dalla molteplicità di enti interessati al bene: il Comune di Novara che è proprietario, il Ministero della Giustizia che ne usufruisce e le Soprintendenze. «Siamo fiduciosi che insieme si arrivi ad una soluzione e si possa intervenire anche con il mecenatismo di qualche privato» è l’auspicio del presidente del Tribunale, che dal suo insediamento a Novara ha richiamato l’attenzione delle varie istituzioni.

Il presidente del Tribunale Andrea Ghinetti nella sala con le storiche specchiere

La problematica è complessa perché è incerta la definizione dell’istituzione chiamata ad intervenire, tuttavia qualche cosa si muove: «Lo scorso gennaio è avvenuto un sopralluogo congiunto tra gli enti per avviare un’attività di concerto – ha aggiunto – e programmare l’installazione di una “linea vita” sul tetto, fondamentale per consentire ai tecnici l’ispezione dei danni e successivamente i lavori che arrestino il degrado».

Anche per questo, ha concluso il presidente del Tribunale, «mettiamo a disposizione questo palazzo per attività culturali con la speranza che si potrà offrire alla città un bene riportato agli antichi fasti».

SI VISITA UN BENE DA AMARE E PROTEGGERE

«Dobbiamo anzitutto ringraziare il dottor Ghinetti – ha affermato il capo delegazione Fai, Matteo Caporusso – per la sua disponibilità immediata e per l’accoglienza della proposta con grande interesse. Così i visitatori potranno scoprire, con questa apertura eccezionale che non potrà ripetersi se non fra anni, l’ala più ricca d’arte di uno splendido palazzo».

«Lo vogliamo far conoscere ai novaresi perché lo possano amare e quindi attivarsi per proteggerlo. Spero che ognuno possa portare a casa un ricordo di questo palazzo che è un bene pubblico» ha aggiunto Caporusso, affiancato dai delegati agli eventi Fai, Angelica Angellotto e Tommaso Siviero, che saranno gli accompagnatori nelle visite guidate.

Un momento della presentazione nella “sala della musica”

Palazzo Cacciapiatti-Fossati sorse nel tardo Seicento per volere del cavaliere Luigi Cacciapiatti, come dimora nobiliare della famiglia. Nel settecento visse il suo massimo splendore, quando Giacomo Francesco Cacciapiatti, divenuto marchese nel 1721, promosse importanti lavori di ampliamento e abbellimento. Cuore del palazzo e della visita è la “sala della musica” o salone d’onore, tutto affrescato dal Legnanino, pittore anche nello scurolo di San Gaudenzio.

«La visita è divisa in due parti, le sale e un’ampio momento per cui conoscere la storia della famiglia. Grazie all’ultimo erede che abbiamo rintracciato, il generale Crainz Fossati De Regibus Cacciapiatti, che ci ha messo a disposizione l’archivio storico di famiglia – ha spiegato Caporusso – mostreremo anche fotografie di un secolo fa che illustrano la vita nel palazzo e le sale con i beni e gli arredi dell’epoca. Ci sarà anche una parte dedicata alla basilica di San Gaudenzio con le donazioni fatte dalla famiglia Cacciapiatti».

Sabato 4 ottobre le visite inizieranno alle 15 con ritrovo in via Azario 5: saranno a gruppi di una quarantina di persone e dureranno circa un’ora. Per partecipare viene fortemente consigliata la prenotazione (novara@delegazionefai.fondoambiente.it). Il contributo minimo suggerito è di 15 euro, ridotto a 10 per gli iscritti Fai. L’intero incasso verrà devoluto al Fondo per l’Ambiente Italiano.

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Immagine di Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.