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Zanetta (Federalberghi): «Il virus colpisce anche il turismo novarese»

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Il coronavirus potrebbe mettere in qualche modo in ginocchio il settore turistico italiano. Non solo nelle grandi e principali città d’arte, ma anche in realtà locali minori. E’ l’allarme lanciato da diversi operatori di questo fondamentale comparto per la nostra economia, una preoccupazione raccolta anche nel Novarese. E il riferimento non è rappresentato unicamente dai cinesi, ma a livello nazionale si parla di una possibile contrazione del 30% del numero delle presenze straniere nell’intera Penisola.

 

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Non siamo ancora all’allarme rosso, ma le previsioni sono tutt’altro che ottimistiche. Ad ammetterlo è Emilio Zanetta di “Federalberghi Novara” (ente che raggruppa anche diversi operatori nelle località dei laghi Maggiore e d’Orta) «anche se, essendo quello nostro un turismo di tipo stagionale, confidiamo che con il trascorrere delle settimane l’intero fenomeno possa avere una diversa evoluzione».

Il primo parametro potrà essere riscontrato alla fine del mese di aprile in occasione della “Fiera del Mobile” di Milano «evento per il quale da tempo diversi operatori, inclusi quelli provenienti dalla Cina, scelgono di pernottare proprio nel Novarese. Al momento non si può parlare di cancellazioni, ma nemmeno di prenotazioni. E’ tutto fermo. Pensiamo che questa situazione potrebbe rimanere tale sino a quando si saprà se i cittadini del grande Paese asiatico avranno la possibilità di tornare a muoversi liberamente oltre i loro confini».

Quella cinese, sia per quanto riguarda il business che altri aspetti «è una clientela nuova per il Novarese, ma che negli ultimi tre anni ha fatto registrare un incremento del 25%, fra i maggiori in assoluto. Sono numeri significativi – ha aggiunto – nei confronti dei quali doversi nostri operatori hanno investito non poco a livello strategico per rendere più appetibile la loro offerta. Il rischio concreto è quello che ora tutti questi sforzi e questi risultati siano in un colpo solo azzerati». Tutto fermo, dunque, «e sul futuro pesano diverse incognite, anche se la speranza è quella che si possa in qualche modo recuperare nei mesi estivi…».

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