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Varallo Pombia: i Carabinieri smantellano piazza di spaccio nei boschi

I fermati sono tre clandestini

Nella giornata di giovedì 24 si è conclusa una complessa operazione di smantellamento di una fra le più importanti piazze di spaccio sita nelle aree boschive della provincia, attività contrastata anche mediante frequenti pattugliamenti mirati, svolti dai militari della Compagnia di Arona.

Nelle prime ore del mattino tre presunti spacciatori magrebini, rispettivamente di 31, 29 e 23 anni, sono stati sorpresi in una tenda da campeggio all’interno dell’area boschiva presso le cave del Ticino nel Comune di Varallo Pombia (NO).
I tre, infatti, avevano presumibilmente fatto di quel bosco la loro base operativa per lo spaccio di stupefacenti che gli consentiva di muoversi liberamente tra i sentieri di Varallo Pombia (NO) e Pombia (NO) dove pare abbiano insediato diverse piazze di spaccio. Personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Arona con l’ausilio della Stazione Carabinieri di Castelletto Sopra Ticino (NO), hanno raggiunto il posto indicato sorprendendo i tre cittadini marocchini che dormivano all’interno della tenda e che, una volta avvedutisi del sopraggiungere dei militari, hanno tentato la fuga senza fortuna.

La successiva perquisizione non ha consentito il ritrovamento di stupefacente ma ha permesso di rinvenire 4 telefoni cellulari presumibilmente utilizzati per gestire i contatti con gli acquirenti e diverse power-bank per mantenere la carica delle batterie dei telefoni sequestrati. Sono inoltre tuttora in corso ulteriori accertamenti per ricostruire e documentare la rete di spaccio. Nel bosco, oltre alla tenda, sono state trovate derrate alimentari e tutto il necessario per vivere all’aperto, fra cui materiale altamente inquinante, come numerose buste e bottiglie di plastica non biodegradabili e vecchie batterie di telefoni, il tutto disseminato in vari punti della vegetazione, immediatamente fatto smaltire dal personale del Comune di Varallo Pombia (NO).

Ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che tutti e tre i soggetti risultavano essere clandestini sul territorio italiano pertanto, dopo il deferimento all’Autorità Giudiziaria, in concerto con l’ufficio immigrazione della Questura di Novara, venivano emessi nei loro confronti e poi subito notificati nuovi provvedimenti espulsivi tesi a far loro lasciare il territorio italiano.

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