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Una pompa infusionale per la struttura di Cure palliative nel ricordo di Eva Crivellaro

La donazione all'associazione IdeaInsieme con il supporto della Fondazione Comunità Novarese e che consentirà l'acquisto dell'apparecchio per iniziativa del marito Edgardo Zanotti è stata presentata ieri mattina, venerdì 4 novembre, nella sede distaccata dell'Aou di Novara

Il dolore per la perdita di una persona cara si tramuta nella goia di un dono. Cinque anni fa, dopo un breve ricovero nel reparto di Terapia intensiva, si spegneva prematuramente stroncata da un aneurisma Eva Crivellaro, trecatese quarantottenne. Da quel momento il marito Edgardo Zanotti e gli altri familiari, che fin da subito acconsentirono la donazione degli organi della donna (un atto che permise la sopravvivenza a nove persone), hanno continuato nella loro opera di presenza con una particolare attenzione a numerose realtà attive nel Novarese attraverso una serie di donazioni.


Lasciato alle spalle il periodo di emergenza pandemica Edgardo Zanotti ha deciso di ricordare nuovamente la moglie Eva con una donazione rivolta all’associazione IdeaInsieme. L’iniziativa, supportata dalla Fondazione Comunità Novarese, consentirà l’acquisto di una pompa infusionale, strumento indispensabile per la somministrazione di terapia di supporto endovenosa che sarà messo a disposizione all’ambulatorio del reparto di Cure palliative – Hospice della sede distaccata dell’Aou di Novara.


La donazione simbolica è stata presentata ieri mattina, venerdì 3 novembre, presso la struttura di viale Piazza d’armi alla presenza di Edgardo Zanoti e di altri familiari, del direttore generale dell’Aou Gianfranco Zulian e del presidente della Fondazione Comunità Novarese Davide Maggi. La dottoressa Elvira Catania, responsabile del reparto e impossibilitata a partecipare, ha rivolto ai presenti un saluto telefonico.


Alle commosse parole di Zanotti si è unito il ringraziamento di Zulian per il gesto, sottolineando inoltre il lavoro svolto dal personale della struttura di Cure palliative – Hospice, «che oltre alla grande professionalità e preparazione tecnico scientifica sanno mettere in campo la loro empatia e vicinanza ai pazienti». Dal canto suo Maggi ha ricordato invece come attraverso il dono «una comunità possa stringersi nei momenti complicati. Nel dono non c’é solo l’oggetto materiale, ma soprattutto qualcosa di noi che viene trasportato e che crea legami sociali. Solo con l’esempio, partendo da bambini, si può creare il senso di una vera comunità».

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Luca Mattioli

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