I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna a 4 anni di carcere per l’omicidio stradale di Adil Belakhdim, il sindacalista 37enne travolto e ucciso da un camion a Biandrate il 18 giugno 2021 durante una manifestazione di protesta dei lavoratori davanti ai magazzini della Lidl. La sentenza è ora definitiva.
In primo grado a Novara, nel maggio del 2023, il giovane camionista Alessio Spaziano, che quella mattina forzò il blocco dei lavoratori investendo il coordinatore provinciale del Si Cobas, aveva rimediato in abbreviato 7 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. Poi lo scorso dicembre l’Appello di Torino aveva ridotto la pena a 4 anni, con il riconoscimento dell’attenuante del concorso di colpa della vittima manifestante.
I giudici romani hanno ora respinto l’ultimo ricordo della difesa, che chiedeva l’esclusione di una serie di aggravanti del reato, così da abbattere ulteriormente la pena. In particolare, sussiste ’aggravante, che si applica nei delitti colposi, di aver forzato il blocco, malgrado la previsione dell’evento. E rimane anche quella della fuga dopo l’investimento: secondo la Corte non può essere accolta la tesi difensiva secondo cui il camionista, che si era poi costituito alle forze dell’ordine, aveva agito in stato di necessità, abbandonando il luogo dell’incidente perché la sua incolumità era messa a rischio dall’aggressività degli altri manifestanti. Escluso invece il dolo. Anche per la Cassazione, al pari di tutti gli altri giudici, non c’è alcuna volontarietà nel comportamento del camionista, che poteva ipotizzare l’evento ma era convinto di evitarlo.
Di diverso parere erano stati i colleghi della vittima del sindacato Sì Cobas, che hanno sempre sostenuto come si trattasse di un incidente doloso. Ma le indagini, fin dal principio, non hanno lasciato ombre di dubbio: il mortale era stato determinato da negligenza e colpa grave alla guida. Al processo non sono mai state parti civile la moglie di Belakhdim, Lucia Marzocca, e i due figli: hanno intentato la causa civile.
Il giorno della tragedia, così è stato ricostruito al termine delle indagini dei carabinieri, il camionista aveva oltrepassato il blocco dei lavoratori che manifestavano e, nella manovra, aveva travolto il sindacalista, trascinandolo per alcuni metri. Poi, in presa al panico e per paura del linciaggio, era scappato. Solo ad alcuni chilometri di distanza, in prossimità del casello autostradale di Novara Ovest, si era fermato, aveva chiamato il 112 e si era costituito. Inizialmente ha trascorso un breve periodo ai domiciliari e poi qualche mese all’obbligo di dimora in Campania, regione in cui abita, fino a quando la misura cautelare è stata revocata visto il tempo trascorso.