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Tangenziale di Novara, il cantiere “maledetto”

Dopo il sequestro di ieri, i lavori si fermano un'altra volta. Il presidente della Provincia: «Prima di tutto la legalità». Il consigliere regionale Rossi: «Alzare il livello di allerta»

Il sequestro del cantiere per il nuovo tratto della tangenziale di Novara – tra lo svincolo con la statale 32, la provinciale SP229 per Borgomanero fino alla SP299 per la Valsesia attraversando i territori dei comuni di Novara, Cameri e San Pietro Mosezzo – rappresenta l’ennesimo stop di un’opera che avrebbe dovuto aprire in un primo momento nel mese di giugno di quest’anno. Subito dopo l’inizio dei lavori, però, a fine febbraio 2020, è scoppiata la pandemia e il cantiere è stato interrotto. Il 2 ottobre dello stesso anno, a causa dell’alluvione che ha colpito numerose aree del Piemonte tra cui anche il novarese, i lavori sono stati nuovamente sospesi ed è stata necessaria la costruzione di un nuovo ponte provvisorio sull’Agogna. Lo scorso anno, in seguito allo scoppio della guerra di Ucraina e dunque alla difficoltà nel reperimento delle materie prime e dei rincari dei costi, il cantiere ha subito dei rallentamenti e Anas ha annunciato lo slittamento dell’apertura prima alla fine del 2023 e poi alla seconda metà del 2024.

Ora il sequestro da parte dei Carabinieri forestali e dei Finanzieri nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano per gestione illecita di rifiuti che parte da un impianto di recupero e trattamento di scarti da demolizione in via Martirano a Milano, frazione Cascina Guascona, e arriva fino a Novara. Un giro d’affari per otto milioni di euro e sette persone finite del registro degli indagati: tre manager di Novara Scarl, la società che si è aggiudicata l’appalto della tangenziale, tre dipendenti e il titolare dell’Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano sul Naviglio che gestiva l’area dell’impianto milanese.

Un cantiere da definirsi “maledetto”, fermo per la quarta volta in meno di quattro anno che non si sa quando e se potrà riaprire.

«Prima di tutto la legalità – commenta il presidente della Provincia, Federico Binatti -. Ci saranno dei ritardi nella realizzazione, ma ben vegano le attività investigative sulle opere che richiedono grandi investimenti. Tutte le istituzioni e gli enti devono fare un sforzo di verifica e monitoraggio per la tutela della trasparenza e per la salute dei cittadini»

Sulla vicenda si è espresso anche il consigliere regionale, Domenico Rossi: «Abbiamo perso il conto delle prove della presenza delle organizzazioni criminali che gestiscono grandi interessi sul territorio piemontese. È necessario alzare il livello di allerta anche in vista dei lavori del nuovo ospedale e degli investimenti legati al Pnrr – dichiara -. L’economia criminale porta a grandi profitti ma non crea valore e ricchezza. Per accanto alle istituzioni e al lavoro di magistratura e forze dell’ordine, professionisti e aziende devono farsi carico di una parte di responsabilità: rappresentano un argine importante a comportamenti illeciti e possibili infiltrazioni».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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