Si confida con l’insegnante e fa emergere gli abusi: padre condannato a 14 anni

Per anni l'uomo aveva molestato la figlia minorenne, la prima volta lei doveva ancora finire le elementari

Quando aveva molestato la figlia la prima volta, lei doveva ancora finire le scuole elementari. La toccava, la baciava, la costringeva a subire, tenuto presente che la piccola non era nemmeno consapevole di cosa stesse accadendo. Era successo più volte e per un lungo tempo, addirittura anni. La storia era venuta allo scoperto perché a un certo punto la ragazzina, realizzato che ciò che subiva dal padre erano vere e proprie molestie, durante una lezione in cui a scuola si era parlato di educazione sessuale, aveva stupito tutti con una domanda fatta in classe, per scoppiare poi a piangere: «Cosa succede a un padre se la figlia minore denuncia un abuso?». A distanza di poco si era confidata con l’insegnante di sostegno: «Papà mi tocca nelle parti intime quando la mamma è fuori per lavoro».

Il suo sfogo in classe ha portato alla condanna del padre, un sessantenne pakistano residente in una frazione di Novara, a 14 anni di carcere, più di quanto chiesto dal pm, 10 anni. I giudici hanno dato piena credibilità alla vittima che, nonostante avesse già deposto in incidente probatorio durante le indagini, ha dovuto ripetere in aula la storia dell’orrore. Sarà risarcita dei danni. La difesa del padre, invece, aveva chiesto l’assoluzione cercando di avanzare dei dubbi sulla credibilità del racconto. E’ scontato l’appello.

Vittima una giovane che oggi ha 18 anni. Le avance erano però iniziate quando ne aveva 10. Erano diventate più insistenti quando lei frequentava le scuole medie, visto che il padre, sempre in base a quanto denunciato, le faceva «visita» entrando in camera sua, approfittando dei momenti in cui la moglie era fuori per lavoro. In tempi più recenti la figlia, di fronte a tentativi dell’uomo di baciarla e toccarla, aveva opposto resistenza spingendolo via con le mani. Infine la decisione di raccontare tutto agli insegnanti e poi alla madre. Da qui la denuncia. Lei, descritta da tutti come una ragazzina tranquilla, gentile, studiosa, è stata poi allontanata e portata in una comunità protetta.

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