Sempre più anziani, sempre meno giovani: rischio politiche per i minori. Piemonte male ma Novara regge

Aumenta la popolazione anziana, diminuiscono i minori 0-14 anni. In Provincia sono "più giovani" i grandi centri, "più anziani" i paesini sotto i mille abitanti. Meno "over65" nella Bassa e nel capoluogo

L’aumento del numero di anziani e la diminuzione di quello dei più giovani potrebbe progressivamente sfavorire la condizione sociale dei minori e porre un’ipoteca sulla loro futura rilevanza nelle scelte delle politiche pubbliche. Una sorta di allarme lanciato da un’analisi di Openpolis, realizzata con l’impresa sociale Con i Bambini, in cui si evidenzia come, in Italia, l’indice di vecchiaia – il rapporto tra over 65 e under 14 – è destinato a crescere ancora: se oggi in Italia contiamo due anziani per ogni minore, entro vent’anni potrebbero essere oltre tre.

In questo quadro la realtà 2025 del Piemonte è peggiore (settima regione per indice di vecchiaia con 2,4 anziani ogni giovane contro il 2,07 nazionale) ma la provincia di Novara (2,15) è quella con meno over65.

L’analisi ricorda che nel 2005 i più in difficoltà per povertà erano gli anziani, ma dalla crisi del 2008 si è progressivamente invertita l’incidenza della povertà tra generazioni: in primis sono state colpite le famiglie lavoratrici, specialmente se giovani e in condizioni di lavoro precarie. Nel 2023 quasi il 14% dei bambini e dei ragazzi si è trovato in povertà assoluta.

«Il rischio concreto è che una popolazione dove l’equilibrio tra giovani e anziani è saltato, perda di vista l’importanza dei minori. Perciò – si legge nell’analisi di Openpolis – è fondamentale porre attenzione a questi aspetti e al loro sviluppo in chiave territoriale. Così da impostare politiche pubbliche nazionali e locali che tengano conto di questi scenari».

IL 7% HA OLTRE 80 ANNI

In Italia all’inizio di quest’anno il 7% della popolazione (4,1 milioni) ha più di 80 anni; era il 4,2% venti anni fa e nel 2045 potrebbe essere il 10,4% secondo i dati previsionali Istat. L’indice di vecchiaia oggi è 207,6, nel 2025 era 138 e fra vent’anni potrebbe essere 326, che significa 3,3 persone con 65 e più anni per ogni giovanissimo con 14 o meno anni. Le regioni più problematiche sono Liguria (indice 283,2), Sardegna e Molise; quelle sotto la media nazionale sono, nell’ordine, Lazio, Calabria, Lombardia, Sicilia, Trentino-Alto Adige (dove è massima la percentuale di più giovani) e Campania.

In Piemonte gli ultraottantenni sono l’8,1% e gli over65 il 26,9%, quote che fra venti anni potrebbero salire rispettivamente al 12,2% e 34,5%, facendo salire l’indice di vecchiaia a 318.

NOVARA MEGLIO CHE IL RESTO DEL PIEMONTE

In Piemonte Novara è la provincia con meno anziani: secondo i dati provvisori Istat al 1° gennaio 2025 gli ultraottantenni rappresentano il 7,3% della popolazione mentre oltre un quarto della popolazione (25,2%) ha più di 65 anni (92mila circa a inizio anno). Posizione che dovrebbe praticamente mantenere anche in futuro, sorpassata solo da Cuneo: nel 2045 gli over81 dovrebbero essere l’11,8% e gli over65 il 33,9% con un indice di vecchiaia a 303,2, quindi 3 anziani ogni giovanissimo.

La provincia più “vecchia” in Piemonte è Biella (9,4% di over81 e 30,3 di over60 con indice di vecchiaia già elevato, 314,6) e fra venti anni a sorpassarla sarà il Vco sia per gli over65 (36,8%) che nell’indice di vecchiaia a 366,6.

LA BASSA E LE CITTA’ HANNO MENO ANZIANI

Al di là dei dati medi la nostra provincia mostra un territorio diversificato per aree geografiche e per consistenza abitativa dei comuni.

Le città hanno una minor presenza di anziani (24,8% medio nei 5 centri sopra i 10mila abitanti e 23,8% negli altri 5 sopra i 5mila abitanti) e, nel complesso, un indice di vecchiaia (201,5) sotto la media provinciale, mentre i piccoli comuni sotto i mille residenti vedono il 27,8% di over65 e l’8,2% di over81 con indice di vecchiaia complessivo di 273,1.

Guardando ai territori è la Bassa Novarese verso il Ticino ad avere il minor indice di vecchiaia (174,4, con il 23,1% di over65) con i centri meno vecchi di Trecate (142,9) e Romentino (145,5) dove gli ultrasessantacinquenni sono poco più di un quinto dell’intera popolazione.

Bene anche la Bassa Novarese occidentale (203,9) e la città di Novara (208,9) dove gli over65 sono quasi esattamente un quarto dei residenti.

Ad avere più anziani è invece l’area settentrionale della provincia, in particolare la zona dell’Aronese (indice 271,9) dove gli over65 raggiungono il 28,4% e, tra le città, la più “vecchia” è proprio Arona (indice 306,7) con il 31,2% di over65. Poco sotto ci sono l’area valsesiana (271,4), i comuni della zona prossima al Lago d’Orta (266,7) e il Borgomanerese (220,5) con i comuni di Gozzano (267,2) e Borgomanero (220,5) che seguono Arona fra le città.

Numeri su cui necessita una riflessione anche a livello locale per garantire centralità a bambini e ragazzi nelle scelte delle politiche sociali.

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Immagine di Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Sempre più anziani, sempre meno giovani: rischio politiche per i minori. Piemonte male ma Novara regge

Aumenta la popolazione anziana, diminuiscono i minori 0-14 anni. In Provincia sono “più giovani” i grandi centri, “più anziani” i paesini sotto i mille abitanti. Meno “over65” nella Bassa e nel capoluogo

L’aumento del numero di anziani e la diminuzione di quello dei più giovani potrebbe progressivamente sfavorire la condizione sociale dei minori e porre un’ipoteca sulla loro futura rilevanza nelle scelte delle politiche pubbliche. Una sorta di allarme lanciato da un’analisi di Openpolis, realizzata con l’impresa sociale Con i Bambini, in cui si evidenzia come, in Italia, l’indice di vecchiaia – il rapporto tra over 65 e under 14 – è destinato a crescere ancora: se oggi in Italia contiamo due anziani per ogni minore, entro vent’anni potrebbero essere oltre tre.

In questo quadro la realtà 2025 del Piemonte è peggiore (settima regione per indice di vecchiaia con 2,4 anziani ogni giovane contro il 2,07 nazionale) ma la provincia di Novara (2,15) è quella con meno over65.

L’analisi ricorda che nel 2005 i più in difficoltà per povertà erano gli anziani, ma dalla crisi del 2008 si è progressivamente invertita l’incidenza della povertà tra generazioni: in primis sono state colpite le famiglie lavoratrici, specialmente se giovani e in condizioni di lavoro precarie. Nel 2023 quasi il 14% dei bambini e dei ragazzi si è trovato in povertà assoluta.

«Il rischio concreto è che una popolazione dove l’equilibrio tra giovani e anziani è saltato, perda di vista l’importanza dei minori. Perciò – si legge nell’analisi di Openpolis – è fondamentale porre attenzione a questi aspetti e al loro sviluppo in chiave territoriale. Così da impostare politiche pubbliche nazionali e locali che tengano conto di questi scenari».

IL 7% HA OLTRE 80 ANNI

In Italia all’inizio di quest’anno il 7% della popolazione (4,1 milioni) ha più di 80 anni; era il 4,2% venti anni fa e nel 2045 potrebbe essere il 10,4% secondo i dati previsionali Istat. L’indice di vecchiaia oggi è 207,6, nel 2025 era 138 e fra vent’anni potrebbe essere 326, che significa 3,3 persone con 65 e più anni per ogni giovanissimo con 14 o meno anni. Le regioni più problematiche sono Liguria (indice 283,2), Sardegna e Molise; quelle sotto la media nazionale sono, nell’ordine, Lazio, Calabria, Lombardia, Sicilia, Trentino-Alto Adige (dove è massima la percentuale di più giovani) e Campania.

In Piemonte gli ultraottantenni sono l’8,1% e gli over65 il 26,9%, quote che fra venti anni potrebbero salire rispettivamente al 12,2% e 34,5%, facendo salire l’indice di vecchiaia a 318.

NOVARA MEGLIO CHE IL RESTO DEL PIEMONTE

In Piemonte Novara è la provincia con meno anziani: secondo i dati provvisori Istat al 1° gennaio 2025 gli ultraottantenni rappresentano il 7,3% della popolazione mentre oltre un quarto della popolazione (25,2%) ha più di 65 anni (92mila circa a inizio anno). Posizione che dovrebbe praticamente mantenere anche in futuro, sorpassata solo da Cuneo: nel 2045 gli over81 dovrebbero essere l’11,8% e gli over65 il 33,9% con un indice di vecchiaia a 303,2, quindi 3 anziani ogni giovanissimo.

La provincia più “vecchia” in Piemonte è Biella (9,4% di over81 e 30,3 di over60 con indice di vecchiaia già elevato, 314,6) e fra venti anni a sorpassarla sarà il Vco sia per gli over65 (36,8%) che nell’indice di vecchiaia a 366,6.

LA BASSA E LE CITTA’ HANNO MENO ANZIANI

Al di là dei dati medi la nostra provincia mostra un territorio diversificato per aree geografiche e per consistenza abitativa dei comuni.

Le città hanno una minor presenza di anziani (24,8% medio nei 5 centri sopra i 10mila abitanti e 23,8% negli altri 5 sopra i 5mila abitanti) e, nel complesso, un indice di vecchiaia (201,5) sotto la media provinciale, mentre i piccoli comuni sotto i mille residenti vedono il 27,8% di over65 e l’8,2% di over81 con indice di vecchiaia complessivo di 273,1.

Guardando ai territori è la Bassa Novarese verso il Ticino ad avere il minor indice di vecchiaia (174,4, con il 23,1% di over65) con i centri meno vecchi di Trecate (142,9) e Romentino (145,5) dove gli ultrasessantacinquenni sono poco più di un quinto dell’intera popolazione.

Bene anche la Bassa Novarese occidentale (203,9) e la città di Novara (208,9) dove gli over65 sono quasi esattamente un quarto dei residenti.

Ad avere più anziani è invece l’area settentrionale della provincia, in particolare la zona dell’Aronese (indice 271,9) dove gli over65 raggiungono il 28,4% e, tra le città, la più “vecchia” è proprio Arona (indice 306,7) con il 31,2% di over65. Poco sotto ci sono l’area valsesiana (271,4), i comuni della zona prossima al Lago d’Orta (266,7) e il Borgomanerese (220,5) con i comuni di Gozzano (267,2) e Borgomanero (220,5) che seguono Arona fra le città.

Numeri su cui necessita una riflessione anche a livello locale per garantire centralità a bambini e ragazzi nelle scelte delle politiche sociali.

© 2025 La Voce di Novara
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Immagine di Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.