«Se vedo vostra madre con un altro, mi venite a trovare a San Vittore». È solo una delle minacce che l’uomo, parlando con i figli minorenni dopo la separazione, aveva indirizzato alla ex compagna. Ma nel difficile rapporto di coppia, stando a quanto denunciato dalla donna, non erano mancate diverse aggressioni, schiaffi, spinte, insulti, complice spesso lo stato di ebbrezza.
Per una lunga serie di violenze domestiche, terminate nell’aprile del 2021 con l’intervento dei carabinieri, A.B. (le iniziali per tutelare l’identità della vittima), trentacinquenne residente a Borgomanero, in tribunale a Novara è stato condannato a 2 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia. Il pm aveva chiesto 3 anni e mezzo, mentre la difesa aveva puntato all’assoluzione, dal momento che in aula l imputato aveva negato su tutta la linea gli addebiti, parlando di normali litigi di coppia che non erano mai sfociati in vere e proprie aggressioni.
Ben diverso il quadro raccontato dalla donna, costituita parte civile: ha ottenuto una provvisionale di 3 mila euro per i danni patiti. Fra gli episodi ripercorsi, uno risalente al 2011, quando di rientro da un convegno di lavoro il compagno l’aveva spinta a fatta cadere sul divano, strattonandola e chiedendole con insistenza chi fosse l’uomo che le aveva dato un passaggio: «Sei una prostituta». In realtà l’uomo era solo un collega di lavoro.
Nel 2019, con la fine della relazione e l’allontanamento dalla casa famigliare, aveva minacciato l’ex compagna in diverse occasioni, anche pubbliche, per esempio al campo da calcio dove giocavano i figli. Ubriaco, nel tragitto per riaccompagnarli a casa aveva sferrato un pugno al parabrezza della sua auto, e spaventato i ragazzi.