Un arrivo in piazza al coro di «scendi, Canelli» quello di allieve, insegnanti, genitori e dirigenti della asd Officina della Danza questa mattina, 25 giugno, sotto la sede del comune di Novara. A guidare il corteo la titolare dell’attività Marta Nobile che fin da subito ha chiesto di incontrare il sindaco Alessandro Canelli per protestare contro la decisione del comune di Novara di revocare l’assegnazione della sede di via san Rocco 1, concessa in passato all’associazione e ora destinata, dopo l’esito di un regolare bando pubblico, a una realtà del terzo settore.
I locali dell’attività della scuola di danza, infatti, si trovano all’interno di una ex sede di quartiere assegnata al settore Patrimonio del Comune che, alla scadenza della concessione alla asd, ha pubblicato il 4 marzo un bando pubblico per l’assegnazione degli spazi. Le risposte al bando, aperto a tutte le realtà del territorio, sono state due e la commissione ha ritenuto più aderente ai criteri previsti quella presentata da un’associazione che svolge attività di tipo sociale e volontariato rispetto al progetto proposto dalla scuola di danza.
Nel testo del bando si legge: «Sono ammessi alla presente procedura i soggetti previsti dall’art. 4 del Decreto Legislativo n. 117 del 03/07/2018 “Codice del Terzo settore”, sia in forma singola che in forma associata che esercitino attività riconducibili alle aree esplicitate nella tabella sopra riportata. In subordine rispetto ai soggetti indicati nel precedente alinea, possono presentare domanda anche le Associazioni, Enti, Organizzazioni, Fondazioni, Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), Enti Morali e le associazioni senza scopo di lucro a vario titolo costituite, non rientranti nei D.lgs.117/2017». Tradotto: le associazioni iscritte al RUNTS ricevono un punteggio maggiore per l’assegnazione del locale.
Dal canto suo la scuola di danza lamenta di non aver ricevuto comunicazione da parte del Comune in merito al bando: «L’ho scoperto dal papà di una mia allieva – ha dichiarato Nobile a cui ha risposto l’assessore allo Sport e vicesindaco Ivan De Grandis, che ha incontrato per primo i manifestanti, mostrando la mail del Comune e ribadendo: «Avete fatto la vostra attività tranquillamente, di fatto con un bando che scadeva in 5 anni avete avuto proroga fino al 2025. A voi è arrivata la mail per avvisarvi che era uscito il bando che è stato pubblicato un mese e mezzo».
De Grandis ha aggiunto: «Quello spazio non è destinato all’attività sportiva, e l’associazione che ha vinto lo ha fatto in maniera legittima, non avvantaggiata da nessuno. Hanno presentato la domanda e la commissione ha giudicato con un punteggio più alto la loro proposta, a differenza dello scorso bando a cui avete partecipato solo voi». Per cercare di risolvere la situazione il Comune ha proposto alla scuola di danza di trasferirsi nei locali dello Sporting dove, però, a detta di Marta Nobile «c’è un locale con altre associazioni e una scuola di danza che subaffitta ad altre associazioni in maniera non regolare. Vi chiedo di verificare se è vero che questa scuola subaffitta ad altre società. Come mai prende i soldi in nero da altre associazioni e io che ho sempre pagato l’affitto mi trovo in questa situazione?».
Nobile ha riversato su De Grandis il suo malcontento nei confronti dell’ente: «Quando avevano imbrattato i muri ha risposto dopo un anno e mezzo e quando tutti gli anni il riscaldamento non c’era, non ha mai risposto» aggiungendo che «ci avete chiamati solo quando vi serviva la nostra partecipazione all’inaugurazione dei mondiali di Hockey e noi non ci siamo tirati indietro». La volontà ribadita più volte questa mattina era quella di incontrare il sindaco Canelli che era in visita ai centri estivi comunali, ma che di rientro si è fermato a parlare con i manifestanti ribadendo che «eravate stati avvisati del bando, c’è una mail con cui vi abbiamo avvertito e c’è una apposita commissione che ha valutato l’assegnazione del bando. Gli spazi pubblici seguono il principio di rotazione e qualcuno vi sta raccontando una versione sbagliata dei fatti».