Ragazza “fragile” molestata dopo un incontro programmato sulle chat: 7 anni anche in Appello

Va a un appuntamento con un’amica che aveva organizzato un incontro con degli uomini conosciuti online e, dopo essersi appartata con uno di loro, viene molestata pesantemente: «Mi hanno fatto bere e poi sono stata abusata. Mi sono sentita sporca», le uniche parole che la ragazza, sotto choc, era riuscita a dire agli educatori e agli psicologi della sua comunità subito dopo i fatti.

Un episodio molto grave di abuso, perché la vittima è una persone fragile, con problemi, e un lieve ritardo intellettivo, quello raccontato da una trentenne novarese al processo contro un cittadino pakistano di 43 anni, M.N., riconosciuto in un album fotografico come l’uomo con cui si era incontrata. La Corte d’Appello di Torino lo ha condannato a 7 anni e mezzo di carcere per violenza sessuale, confermando la ricostruzione dei fatti delineata nella sentenza di primo grado emessa a inizio anno dal tribunale di Novara. Stabilita anche una provvisionale di risarcimento da 15 mila euro per la vittima, costituita parte civile a giudizio.

E’ stata proprio la giovane a ripercorrere in aula quanto accaduto il 12 giugno 2022 a Trecate, ovvero il giorno dell’appuntamento. E anche l’amica ha confermato la versione. Scossa, turbata, lei piangeva di continuo. In pratica, ha testimoniato, la sua amica aveva conosciuto due uomini in un noto sito di incontri. Durante la serata le avevano fatte bere molto, e a un certo punto la trentenne si era trovata in macchina col pakistano, da sola: «Lui era sopra di me». Dopo l’episodio la giovane era stata portata in una comunità più protetta, perché aveva avuto uno scompenso psichiatrico. Aveva tentato il suicidio ingerendo pastiglie o liquido disinfettante per le mani.

Lo psicologo della comunità in cui era ospite la ragazza all’epoca del fatto, ha confermato la personalità molto fragile della donna, sottoposta a una terapia. E secondo l’esperto, il mix fra farmaci e alcolici può aver limitato la sua capacità di comprendere realmente quanto stava succedendo, provocando un effetto inibitorio.

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