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Piazza Pasteur: il mercato riapre ma per gli operatori «rimangono diversi disagi»

Serrande alzate e merce esposta da questa mattina mattina, venerdì 6 ottobre. Per diversi addetti dello storico spazio «siamo contenti a metà, perché costretti a lavorare in mezzo a un cantiere ancora aperto che tiene lontana la gente»

Serrande finalmente alzate e merce esposta sotto la tettoia del mercatino di piazza Pasteur che da questa mattina, venerdì 6 ottobre, ha riaperto, ma di acquirenti se ne sono visti davvero pochi. Perché molti addetti lamentano la continuazione di non pochi disagi: «Abbiamo ricominciato dopo mille disguidi e vediamo quello che si potrà fare. Sarà dura, molto dura…».

Il primo a parlare è Mattia Barile, titolare di un box fisso di generi alimentari, uno di quelli che negli scorsi mesi non ha aderito alla possibilità di trasferirsi nel parcheggio del vicino supermercato: «Senza corrente non avrei potuto davvero lavorare». Gli aiuti promessi dal Comune? «Per quanto riguarda queste misure di sostegno ho letto solo belle dichiarazioni sui giornali, ma finora non ho visto un solo euro. I soldi servivano, a me come ad altri colleghi, quando eravamo chiusi, Non ora. Posso capire tutte le tempistiche del mondo, ma la burocrazia la devi velocizzare…».

Motivo principale delle lamentele sono la prosecuzione dei lavori nel resto della piazza, compresi quelli destinati a ospitare gli spazi destinati al verde. Interventi che di fatto impediscono a possibili clienti di parcheggiare, tenendo in considerazione che in questi giorni anche l’attigua via Pontida è stata chiusa al transito: «La viabilità non è quella corretta – aggiunge Antonio Centrella, storico titolare di un banco di frutta e verdura – ma l’importante era riprenderci i nostri spazi. Certo, bisognerà prima di tutto riabituare l’utenza al fatto che il mercato ha riaperto». Dalla sua esperienza di ex amministratore, per Centrella «gli assessori interessati avrebbero dovuto mettere in preventivo qualche imprevisto e conseguenti possibili ritardi. Per non parlare della vicenda dei piloni che reggono la tettoia. Questa struttura risale all’inizio degli anni ’70. Visto che sono in ballo diversi milioni di euro ci voleva un po’ di buonsenso ed effettuare qualche carotaggio a campione sui quasi cinquanta presenti».

«Speriamo che vada tutto bene – dice invece Teresa Raso da un vicino banco di generi vari – ma soprattutto che finiscano al più presto anche il resto dei lavori. Questa estate ho provato ad aderire alla possibilità di andare al vicino parcheggio del supermercato ma dopo soli due giorni ho rinunciato. Non veniva nessuno. Qui dobbiamo riabituare la gente che siamo tornati, però occorre dare loro la possibilità di lasciare l’auto in sicurezza, senza dimenticare poi che la nostra clientela è formata in gran parte da anziani».

Altro problema riguarda il container destinato a ospitare i servizi igienici: «E’ stato uno dei primi a essere posizionato – spiega ancora Centrella – ma di fatto non lo possiamo utilizzare. Le chiavi sono nelle mani del capocantiere ma si è rifiutato di consegnarcele perché la struttura non è ancora stata collaudata…». Centrella, che da mercatale ha «vissuto più di un trasloco anche al Mercato di viale Dante», ha fatto presente a Palazzo Cabrino tutte queste criticità, ma di fronte a qualche obiezione ha chiuso con una battuta: «I problemi della pentola li conosce il cucchiaio che gira. Io sono il cucchiaio».

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Luca Mattioli

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