In città era noto per aver ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche per la sostenibilità ambientale, la mobilità e il Verde pubblico, la Protezione civile e i Cimiteri durante la giunta guidata dall’ex sindaco Andrea Ballarè. Il suo nome è tornato alla ribalta da quando è diventato presidente della Fiab Novara (Federazione italiana amici della bici) e con altre associazioni ambientaliste della città cerca di portare avanti politiche di mobilità sostenibile in modo particolare in questo momento post pandemia in cui è consigliato l’utilizzo della bicicletta.
Giulio Rigotti, architetto, classe 1947, con altre undici associazioni, due settimane fa aveva inviato alcune proposte, a suo dire rimaste inascoltate, all’attuale assessore alla Mobilità Luca Piantanida sulla messa in sicurezza dei ciclisti e delle piste ciclabili. Così, mercoledì 3 giugno, giubbotto giallo alla mano, ha radunato un centinaio di biciclette che, davanti al portone del municipio, hanno fatto suonare i loro campanelli (leggi qui).
Ma se l’obiettivo di quella pacifica manifestazione (alla quale hanno preso parte anche lo stesso Piantanida e l’assessore all’Ambiente Laura Bianchi) era quello di rendere protagonisti i ciclisti, a margine Rigotti non ha risparmiato commenti su altri argomenti a lui cari, come il parcheggio sotterraneo della Curia (nell’ex isolato 53) e la pedonalizzazione di piazza Martiri, temi trattati in prima persona durante il mandato da assessore.
«Un progetto di bassissimo livello dato in mano a ingegneri che hanno massimizzato l’investimento senza tenere conto di elementi di compromissione – dichiara a proposito del parcheggio -. Sarà brutto da vedere, con la “quinta” ottocentesca, meglio nota come antonelliana, che, nel nostro disegno di simulazione, sarebbe dovuta diventare il muro contro il quale realizzare una grande serra, una vetrata con dehor e negozi, un luogo di accoglienza. Invece l’unico scopo di quello spazio sarà accogliere i parcheggi tolti da piazza Martiri. Tempo fa ne avevo parlato al sindaco Canelli che aveva anche colto l’importanza del progetto, ma poi deve averlo presentato male perchè nulla di tutto ciò è contenuto nel progetto: l’amministrazione avrebbe dovuto imporsi e invece non l’ha fatto perchè teme di rallentare il cantiere e sacrificare quella trentina di posti al piano terra (in tutto sono 280 in tre piani interrati). Un ente pubblico non può dipendere dai progetti dei proponenti privati discutendo solo di aspetti economici e finanziari. Bisogna parlare anche di urbanistica, avere coraggio e una visione generale della qualità degli interventi; gli amministratori dell’Ottocento si sono qualificati perchè hanno lavorato con architetti di valore allo scopo di portare avanti una città bella che è rimasta nella storia di cui ancora noi beneficiamo».
Rigotti non risparmia critiche anche nei confronti dei “suoi” del Pd che lo scorso 30 aprile in consiglio comunale hanno votato favorevolmente alla variante al Prg per la realizzazione del posteggio (leggi qui): «Avrebbero dovuto fare un passo avanti: sì al parcheggio, ma quale e per chi? I posti dovevano restare 130, lo stesso numero di piazza Martiri, e gli altri venduti ai residenti del centro storico anche per liberare un buon numero di stalli blu attualmente occupati proprio dalle auto dei residenti».
L’ex assessore non è d’accordo nemmeno sulle tempistiche: «Noi avevamo avviato un accordo con la Curia per la realizzazione di un parcheggio piano strada da 130 posti in modo da liberare in poco tempo piazza Martiri; poi, in un secondo momento, avremmo proseguito con il parcheggio interrato, ma nel frattempo avremmo lavorato sulla pedonalizzazione. Invece, in questo modo, saranno necessari quattro anni per il parcheggio e altri due per avviare le opere della piazza».
Proprio su piazza Martiri, Rigotti porta avanti la sua idea: «Serve un’area lastricata anche per dare più spazio ai dehor dei locali che si affacciano. Il problema vero è quello del traffico a doppio senso e i due attraversamenti pericolosi davanti al castello e alla fine di viale IV Novembre. La soluzione è una sola: consentire un solo senso di marcia da viale XX Settembre verso largo Bellini dove è stato calcolato il passaggio di circa 850 veicoli l’ora; l’altro senso, attualmente con un passaggio di 400 veicoli l’ora, abolirlo favorendo i percorsi alternativi già presenti tra viale Buonarroti, via Biglieri, viale Dante e via Andrea Costa. Ciò che, invece, dovrà rimanere inalterato è la linea del trasporto pubblico che di lì dovrà passare per forza».