Ospedale Maggiore e Asl: ferie e ore arretrate, l’assessore Riboldi non risponde: «Servono approfondimenti»

Il titolare della delega alla Sanità regionale non si presenta in aula e (non) dà una risposta al question time del consigliere Rossi. Intanto i medici attendono soluzioni concrete

Dopo i numeri choc emersi nei giorni scorsi – oltre 40.000 giorni di ferie arretrate e quasi mezzo milione di ore eccedenti tra ospedale Maggiore e Asl di Novara – questa mattina, 22 luglio, la questione è approdata in consiglio regionale con un question time presentato dal consigliere Domenico Rossi. La domanda era chiara e diretta: «Quali strumenti intenda mettere in campo la Regione per migliorare le condizioni lavorative del personale medico e ridurre un carico ormai diventato insostenibile?»

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi – che non era in aula e la risposta è stata letta dal collega Gianluca Vignale – non ha però fornito elementi concreti e il focus si è spostato sull’inquadramento contrattuale degli specializzandi: «La richiesta che esclude gli specializzandi non è corretta poiché la normativa vigente prevede che gli specializzandi siano assunti con contratto a tempo determinato, trasformato in indeterminato al termine della specializzazione. I dati dell’Osservatorio sul piano straordinario di reclutamento mostrano un aumento del numero di medici dipendenti nelle due aziende sanitarie di Novara».

Quanto al nodo delle ferie e delle ore eccedenti, la posizione della Regione è stata sintetizzata in una frase: «Il problema richiede ulteriori approfondimenti, anche in relazione al piano assunzionale».

Nessun cenno, dunque, a soluzioni immediate o a interventi specifici per recuperare almeno parte delle giornate accumulate dai medici, né indicazioni operative per contrastare il ricorso sistematico alle ore straordinarie.

Una risposta che, nei fatti, non risponde alla domanda posta e che rischia di lasciare inascoltato il grido d’allarme che emerge da un comparto in affanno. Lo stesso consigliere Rossi, promotore dell’accesso agli atti da cui sono emersi i dati sulle ferie e ore arretrate, commenta: «La classica “non risposta” che questa volta, però, non manca di rispetto solo alle minoranze, ma anche alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori che si aspettavano e si aspettano qualcosa in più di un approfondimento, anche perché siamo di fronte a un problema strutturale, che, mi auguro, sia noto all’assessorato da tempo. Non basta approfondire, assessore. Serve qualcosa di concreto, anche piccolo, che rimetta in circolo, tra i lavoratori, un briciolo di speranza sul futuro: qualcosa che dica “abbiamo un piano e nel futuro ci saranno condizioni di lavoro migliori”. Di tutto questo, però, nessuna traccia. Tante volte i professionisti ci hanno detto che il problema non sono solo le condizioni di lavoro proibitive, ma l’assenza di una prospettiva di miglioramento. In queste condizioni chi potrà continuerà a scegliere di andarsene dal sistema pubblico alimentando l’esodo a cui le due giunte Cirio assistono immobili da 6 anni mentre i piemontesi assistono all’aumento delle liste d’attesa».

Intanto, il personale medico continua a lavorare in condizioni che i numeri definiscono chiaramente: reparti con punte di oltre 100 giorni arretrati a testa e migliaia di ore straordinarie che, se non coperte da nuove assunzioni, rischiano di accumularsi ancora. Il tempo rubato ai riposi e alle ferie non è solo un dato amministrativo, ma una questione di salute pubblica. E senza una risposta politica adeguata.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ospedale Maggiore e Asl: ferie e ore arretrate, l’assessore Riboldi non risponde: «Servono approfondimenti»

Il titolare della delega alla Sanità regionale non si presenta in aula e (non) dà una risposta al question time del consigliere Rossi. Intanto i medici attendono soluzioni concrete

Dopo i numeri choc emersi nei giorni scorsi – oltre 40.000 giorni di ferie arretrate e quasi mezzo milione di ore eccedenti tra ospedale Maggiore e Asl di Novara – questa mattina, 22 luglio, la questione è approdata in consiglio regionale con un question time presentato dal consigliere Domenico Rossi. La domanda era chiara e diretta: «Quali strumenti intenda mettere in campo la Regione per migliorare le condizioni lavorative del personale medico e ridurre un carico ormai diventato insostenibile?»

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi – che non era in aula e la risposta è stata letta dal collega Gianluca Vignale – non ha però fornito elementi concreti e il focus si è spostato sull’inquadramento contrattuale degli specializzandi: «La richiesta che esclude gli specializzandi non è corretta poiché la normativa vigente prevede che gli specializzandi siano assunti con contratto a tempo determinato, trasformato in indeterminato al termine della specializzazione. I dati dell’Osservatorio sul piano straordinario di reclutamento mostrano un aumento del numero di medici dipendenti nelle due aziende sanitarie di Novara».

Quanto al nodo delle ferie e delle ore eccedenti, la posizione della Regione è stata sintetizzata in una frase: «Il problema richiede ulteriori approfondimenti, anche in relazione al piano assunzionale».

Nessun cenno, dunque, a soluzioni immediate o a interventi specifici per recuperare almeno parte delle giornate accumulate dai medici, né indicazioni operative per contrastare il ricorso sistematico alle ore straordinarie.

Una risposta che, nei fatti, non risponde alla domanda posta e che rischia di lasciare inascoltato il grido d’allarme che emerge da un comparto in affanno. Lo stesso consigliere Rossi, promotore dell’accesso agli atti da cui sono emersi i dati sulle ferie e ore arretrate, commenta: «La classica “non risposta” che questa volta, però, non manca di rispetto solo alle minoranze, ma anche alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori che si aspettavano e si aspettano qualcosa in più di un approfondimento, anche perché siamo di fronte a un problema strutturale, che, mi auguro, sia noto all’assessorato da tempo. Non basta approfondire, assessore. Serve qualcosa di concreto, anche piccolo, che rimetta in circolo, tra i lavoratori, un briciolo di speranza sul futuro: qualcosa che dica “abbiamo un piano e nel futuro ci saranno condizioni di lavoro migliori”. Di tutto questo, però, nessuna traccia. Tante volte i professionisti ci hanno detto che il problema non sono solo le condizioni di lavoro proibitive, ma l’assenza di una prospettiva di miglioramento. In queste condizioni chi potrà continuerà a scegliere di andarsene dal sistema pubblico alimentando l’esodo a cui le due giunte Cirio assistono immobili da 6 anni mentre i piemontesi assistono all’aumento delle liste d’attesa».

Intanto, il personale medico continua a lavorare in condizioni che i numeri definiscono chiaramente: reparti con punte di oltre 100 giorni arretrati a testa e migliaia di ore straordinarie che, se non coperte da nuove assunzioni, rischiano di accumularsi ancora. Il tempo rubato ai riposi e alle ferie non è solo un dato amministrativo, ma una questione di salute pubblica. E senza una risposta politica adeguata.

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