Operaio cinese vittima di infortunio sul lavoro: condannata l’amministratrice di Shun Fa

I fatti risalgono al 2019 nel magazzino di via Pigafetta. Tre anni di reclusione per omicidio colposo, il doppio di quanto chiesto dal pm

Stava gettando dei rifiuti dentro un container e improvvisamente era caduto dalla scala picchiando violentemente il capo. Era morto in ospedale a causa delle ferite. Un tragico infortunio sul lavoro, quello del 16 dicembre 2019 in un magazzino Shun Fa di via Pigafetta a Novara, costato la vita al quarantenne cinese Yongqing Ye.

Per quel fatto, a conclusione di un processo andato un po’ a rilento anche a causa della difficoltà di rintracciare alcuni testimoni di origine orientale, la connazionale Shaohua Wu, sessantenne cinese identificata come amministratore unico della società Shun Fa, ritenuta datore di lavoro della vittima, è stata condannata a 3 anni di reclusione per omicidio colposo. Il giudice Serena D’Ettore ha stabilito anche una provvisionale di 75 mila euro per ciascuno dei famigliari del magazziniere deceduto, costituiti parte civile al giudizio.

La condanna inflitta è stata praticamente doppia rispetto alle richieste del pm, ovvero 1 anno e 8 mesi per la violazione di varie norme sulla sicurezza e la prevenzione dei rischi sul posto di lavoro. La difesa dell’imputata, invece, aveva chiesto l’assoluzione per l’assenza di elementi di responsabilità in caso all’amministratrice, avanzando dubbi sulla dinamica e sugli stessi esiti dell’autopsia, che secondo il legale presentava esiti incerti.

«Mancavano i meccanismi per la sicurezza, nessuno indossava caschetti o materiale protettivo», ha detto in aula un operaio ascoltato come testimone, collega di lavoro di Ye. Secondo il personale dello Spresal dell’Asl, l’operazione cui era stata chiamata la vittima necessitava l’utilizzo di un trabattello, perché la scala non consente di avere le mani libere. Un testimone della difesa, invece, ha raccontato come ai dipendenti fossero state date tutte le informazioni per lavorare sicuri. E’ probabile l’appello dopo il deposito delle motivazioni.

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Operaio cinese vittima di infortunio sul lavoro: condannata l’amministratrice di Shun Fa

I fatti risalgono al 2019 nel magazzino di via Pigafetta. Tre anni di reclusione per omicidio colposo, il doppio di quanto chiesto dal pm

Stava gettando dei rifiuti dentro un container e improvvisamente era caduto dalla scala picchiando violentemente il capo. Era morto in ospedale a causa delle ferite. Un tragico infortunio sul lavoro, quello del 16 dicembre 2019 in un magazzino Shun Fa di via Pigafetta a Novara, costato la vita al quarantenne cinese Yongqing Ye.

Per quel fatto, a conclusione di un processo andato un po’ a rilento anche a causa della difficoltà di rintracciare alcuni testimoni di origine orientale, la connazionale Shaohua Wu, sessantenne cinese identificata come amministratore unico della società Shun Fa, ritenuta datore di lavoro della vittima, è stata condannata a 3 anni di reclusione per omicidio colposo. Il giudice Serena D’Ettore ha stabilito anche una provvisionale di 75 mila euro per ciascuno dei famigliari del magazziniere deceduto, costituiti parte civile al giudizio.

La condanna inflitta è stata praticamente doppia rispetto alle richieste del pm, ovvero 1 anno e 8 mesi per la violazione di varie norme sulla sicurezza e la prevenzione dei rischi sul posto di lavoro. La difesa dell’imputata, invece, aveva chiesto l’assoluzione per l’assenza di elementi di responsabilità in caso all’amministratrice, avanzando dubbi sulla dinamica e sugli stessi esiti dell’autopsia, che secondo il legale presentava esiti incerti.

«Mancavano i meccanismi per la sicurezza, nessuno indossava caschetti o materiale protettivo», ha detto in aula un operaio ascoltato come testimone, collega di lavoro di Ye. Secondo il personale dello Spresal dell’Asl, l’operazione cui era stata chiamata la vittima necessitava l’utilizzo di un trabattello, perché la scala non consente di avere le mani libere. Un testimone della difesa, invece, ha raccontato come ai dipendenti fossero state date tutte le informazioni per lavorare sicuri. E’ probabile l’appello dopo il deposito delle motivazioni.

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