Un monte ferie da capogiro e centinaia di migliaia di ore di lavoro in più non retribuite o non recuperate. È la fotografia della situazione del personale medico nel novarese: tra Asl e Ospedale Maggiore si contano 40.865 giorni di ferie arretrate e oltre 479.000 ore eccedenti al 31 dicembre 2024.
A rendere noti i dati è il consigliere regionale Domenico Rossi che ha ottenuto i numeri attraverso un accesso agli atti rivolto alle aziende sanitarie del territorio. Dati che, sottolinea, «non solo preoccupano, ma impongono una riflessione urgente sullo stato della sanità pubblica».
L’ospedale Maggiore registra il quadro più critico: 28.217 giorni di ferie arretrate e ben 454.582 ore eccedenti. All’Asl di Novara i giorni di ferie arretrati sono 12.648, le ore eccedenti 24.904.
Guardando nel dettaglio, il reparto di cardiochirurgia è quello con la media più alta di ferie non godute per medico: 179 giorni a testa, seguito da radioterapia (118), chirurgia generale (115), anatomia patologica (109) e malattie infettive (108).
In termini assoluti, i reparti con più giorni di ferie arretrati sono rianimazione (2.805), pronto soccorso e 118 (2.701), chirurgia generale (2.658), con un minimo registrato in neuropsichiatria infantile (17 giorni).
Anche all’Asl la situazione è tutt’altro che leggera: i reparti con più giorni di ferie arretrati sono rianimazione (1.532), cardiologia (900) e nefrologia (813). Le medie più alte per medico sono in oncologia (150 giorni), al servizio psichiatrico di Borgomanero (142), nella sanità penitenziaria (102) e ancora in cardiologia (100).
«Siamo di fronte a una sanità pubblica che sta in piedi solo grazie al sacrificio di chi ci lavora – denuncia Rossi -. Ma cosa succederebbe se da domani i medici prendessero tutte le ferie a cui hanno diritto? Il sistema andrebbe in tilt. Le liste d’attesa si allungherebbero oltre il sopportabile. Quanti medici in più servirebbero per sanare questa situazione?». Il tema, aggiunge, non è solo quantitativo ma anche qualitativo: «Il mancato godimento di ferie e il carico di ore eccedenti mettono a rischio la qualità delle cure e rendono la professione medica sempre meno attrattiva. È anche così che si spiega la fuga dalla sanità pubblica verso il privato o l’estero».
Il caso novarese si inserisce in un quadro regionale analogo. Secondo il vicepresidente della Commissione Sanità, Daniele Valle, in Piemonte si sono accumulati 178.000 giorni di ferie non fruite. Tra i dati spiccano quelli di Asl Torino 4 (35.154 giorni), Asl Alessandria (10.022), Asl Asti (13.482) e Aou Città della Salute di Torino (26.380).
«Se questo è il modello Piemonte – conclude Rossi – allora è un modello da cambiare. Le liste d’attesa si allungano, i software gestionali non funzionano, i gettonisti aumentano. Servono scelte chiare: più finanziamenti nazionali, assunzioni straordinarie, aumento delle retribuzioni, potenziamento della sanità territoriale e un vero uso dell’intelligenza artificiale per ottimizzare risorse e servizi».
Su questi temi Rossi ha annunciato un’interrogazione che sarà discussa domani in consiglio regionale nella quale chiede all’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, «quali strumenti intenda mettere in campo per migliorare le condizioni lavorative del personale medico e ridurre il carico di ferie e ore eccedenti, ormai diventato insostenibile».