Tutti i problemi legati alle case popolari, a Novara, derivano da una gestione considerata «deficitaria» di Atc. E l’idea di affidare all’Agenzia territoriale per la casa anche i nuovi alloggi in costruzione – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Rocco Zoccali – «sarebbe un suicidio annunciato». Una presa di posizione netta, quella arrivata questa mattina in commissione consiliare, dove si è discusso dell’andamento dei cantieri di edilizia residenziale pubblica e della futura gestione dei complessi in fase di realizzazione all’ex campo Tav e nell’area di Sant’Agabio, tra via Bonola, via della Riotta e via Poletti (ex cascina Cascinetta): in tutto 164 nuovi alloggi finanziati in parte con fondi Pnrr.
Zoccali ha anticipato che l’amministrazione sta valutando, seppur in modo ancora informale, ipotesi alternative alla gestione Atc, «come la creazione di un ufficio comunale ad hoc», sottolineando che «si tratta di alloggi di ultima generazione, che non devono essere lasciati al degrado ma gestiti con puntualità e responsabilità».
Un indirizzo che ha raccolto il consenso unanime dei consiglieri di minoranza. Per Cinzia Spilinga (Pd) «è importante pensare fin da ora a un futuro che non riduca questi luoghi a ghetti isolati: soprattutto per l’ex campo Tav, dove la collocazione fisica complica i collegamenti con la città, serve un progetto che li renda parte di Novara e non un “non luogo”».
Rossano Pirovano (Pd) ha condiviso la posizione dell’assessore, aggiungendo che «anche l’ufficio Case del Comune non è strutturato per gestire un complesso di questa portata». Sulla stessa linea il capogruppo del M5S Mario Iacopino: «Atc pensi agli appartamenti che già deve gestire. Al campo Tav mancano quattro mesi: non è possibile che non si sappia ancora chi se ne occuperà».
Nicola Fonzo, capogruppo del Pd, ha proposto di affiancare al progetto edilizio un vero progetto sociale: «Dire che campo Tav è un ghetto è un pregiudizio, ma conosciamo il rischio. Non bastano vie di comunicazione, serve un luogo vivo. Serve capire cosa vogliamo fare perché la gente ci vada non solo ad abitare, ma a vivere».
Fonzo ha inoltre suggerito di valutare una gestione ibrida pubblico-privato: «Una quantità di alloggi popolari così grande tutta insieme non si è mai vista. Una gestione solo pubblica è complicata: possiamo costruire uno strumento misto e accompagnarlo con un progetto sociale, tenendo conto dei cambiamenti in corso. Se ai 164 alloggi aggiungiamo 600 posti letto universitari, l’impatto sul mercato degli affitti e sulla città sarà enorme».
Sul piano tecnico, Zoccali ha confermato che al campo Tav i lavori saranno terminati entro il 31 marzo 2026, con collaudo entro il 30 giugno – in linea con le tempistiche Pnrr – senza variazioni rispetto al cronoprogramma. Tra via Bonola e via della Riotta, invece, i lavori – fermi da un anno – riprenderanno lunedì prossimo: durante gli scavi è stato rinvenuto amianto grezzo e idrocarburi nel sottosuolo. «Abbiamo aperto una procedura di risanamento, escluse infiltrazioni – ha spiegato l’assessore – e la conferenza dei servizi ha autorizzato la ripresa dei lavori». Lo smaltimento riguarderà circa 400 tonnellate di materiale, con un incremento dei costi di circa un milione di euro. «I tempi slittano a dicembre 2027 facendo affidamento su finanziamenti ministeriali in modo da non pesare troppo sulle casse comunali. Per l’area ex cascina Cascinetta, invece, sono previsti orti, ciclabile e piastra polifunzionale; la parte strutturale degli edifici sarà completata entro gennaio».
A stretto giro è arrivata la replica dagli uffici di Atc Nord Piemonte, che esprimono «rammarico» per le parole di Zoccali: «Spiace apprendere che l’assessore avrebbe dichiarato che la gestione delle case popolari sia da considerarsi deficitaria soprattutto alla luce del fatto che l’Agenzia, per la riqualificazione dell’ex Tav, si è fatta parte attiva nello spostamento di 85 nuclei familiari, molti dei quali gravati da pesante morosità». Atc rivendica inoltre «una collaborazione positiva con il sindaco Alessandro Canelli e l’assessore ai Servizi sociali Teresa Armienti» e ricorda «le ingenti risorse a Novara e provincia sotto la gestione del presidente Maro Marchioni negli ultimi anni. Potremmo fare di più e meglio se solo potessimo incassare le morosità dovute da amministrazioni e inquilini».
La questione ora si sposta sul piano politico. La scelta del Comune – se proseguire con Atc o sperimentare una gestione autonoma – sarà tra i passaggi più delicati della programmazione cittadina nei prossimi mesi. Perché dal modello che verrà individuato dipenderà non solo la gestione dei nuovi alloggi, ma anche l’idea di governance che l’amministrazione Canelli vorrà imprimere al sistema dell’edilizia pubblica a Novara.
(foto di Alessandro Visconti)




