Novara si distingue come l’unica provincia dell’Alto Piemonte a registrare un pur lieve segno positivo nella produzione industriale nel secondo trimestre del 2025. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata dalla Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, che fotografa un quadro generale di sostanziale stallo per il comparto manifatturiero regionale, con una crescita complessiva limitata al +1%, in linea con la media piemontese (+1,2%).
Mentre Biella e il Verbano-Cusio-Ossola si fermano a un modesto +0,3% e Vercelli resta del tutto invariata, Novara registra un incremento più marcato: +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che riflette la tenuta e, in alcuni casi, il dinamismo di settori chiave dell’economia locale, pur in un contesto nazionale e internazionale segnato dall’incertezza.
Il traino principale per il Novarese arriva dall’industria alimentare, che ha fatto segnare un vero balzo in avanti: +10,8% su base annua. Un dato che non sorprende se si considera la forte vocazione del territorio, che vede nella trasformazione agroalimentare un pilastro consolidato della sua struttura produttiva. Bene anche la metalmeccanica, che cresce del +4%, sostenuta in particolare dalla rubinetteria e dal valvolame, comparto che da solo registra un +3,9%.
Non tutti i settori, però, seguono lo stesso passo. La chimica-gomma-plastica arretra lievemente (-0,5%), mentre le cosiddette “altre industrie” perdono lo 0,9%. Più pesante il calo del tessile-abbigliamento, che cede il 2,4%, confermando le difficoltà strutturali di un comparto che fatica a ritrovare competitività.
Sul fronte commerciale, le imprese novaresi mostrano segnali incoraggianti. Il fatturato complessivo cresce dell’1,9%, grazie soprattutto al mercato estero (+3,8%), mentre la componente interna si limita a un +1%. Anche gli ordinativi confermano un trend di moderata fiducia: +2,4% in Italia e +5,4% all’estero, con differenze sensibili tra settori e dimensioni aziendali.
Un risultato che, pur non esente da ombre, segna una differenza significativa rispetto al resto del quadrante nord-orientale del Piemonte. «La fase di stallo della produzione industriale è una condizione che contraddistingue l’intero comparto manifatturiero nazionale» ha commentato Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio. «In questo scenario gli annunci legati ai dazi USA, il rapporto euro-dollaro e la complessità del contesto internazionale contribuiscono a frenare investimenti e consumi. È indispensabile – ha aggiunto – concentrare le risorse su strumenti di sostegno concreti, che possano agevolare gli investimenti delle imprese nei campi strategici dell’innovazione digitale ed energetica».
L’indagine è stata condotta in tutto l’Alto Piemonte su un campione di 599 imprese per oltre 23.000 addetti e un fatturato superiore agli 8,6 miliardi di euro.