Novara firma il Patto per la comunità educante: un’alleanza per il futuro dei giovani

23 le realtà coinvolte nel patto siglato questo pomeriggio a nòva

È stato firmato questa mattina, 12 giugno, a nòva il Patto per la comunità educante della Città di Novara, un documento che sancisce ufficialmente un percorso iniziato nel 2021 e costruito con pazienza, dedizione e visione condivisa da 23 realtà territoriali. La firma rappresenta l’avvio di una nuova fase per la città: una progettualità partecipata che coinvolge enti del terzo settore, istituzioni pubbliche, scuole, parrocchie e famiglie con l’obiettivo comune di contrastare la povertà educativa e sostenere la crescita dei più giovani.

Alla cerimonia hanno partecipato i principali attori del progetto, tra cui Rossella Grandi di Orientamente, partner di Nòva, insieme alle figure istituzionali della città, tra cui il sindaco Alessandro Canelli, l’assessora alle Politiche Sociali Teresa Armienti e l’assessora all’Istruzione Giulia Negri.

Il Patto è il risultato di un lavoro di co-progettazione nato grazie al sostegno dell’impresa sociale Con i Bambini, che ha finanziato i progetti “Porte Aperte” e “Terzo Tempo” a partire dal 2016. Queste esperienze hanno favorito la nascita di relazioni solide tra enti, famiglie e scuole, creando il terreno fertile per la nascita della Comunità Educante.

Il lavoro si è articolato in tavoli tematici coordinati da Davide Boniforti, che hanno coinvolto anche gruppi di ragazzi dello spazio Nòva e del progetto Fadabrav. Ne è emersa una visione condivisa del presente e del futuro educativo della città, raccolta oggi in un documento che formalizza metodi di lavoro, obiettivi e proposte concrete emerse anche dai giovani stessi.

«Questo patto non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza», ha spiegato Grandi che ha aggiunto «è un documento vivo, aperto a tutte le realtà che vorranno aggiungersi. Racchiude l’analisi del contesto cittadino, un metodo di lavoro partecipativo e gli impegni concreti di chi ha scelto di esserci». Al centro del Patto ci sono temi cruciali come il benessere scolastico, la lotta alla dispersione scolastica, l’educazione non formale e la creazione di un osservatorio sulle povertà educative e sui giovani neet. A settembre partiranno nuovi tavoli di lavoro, per tradurre in azioni concrete gli impegni presi.

«Quando tutta la comunità si mette in moto, si raggiungono i risultati», ha dichiarato Teresa Armienti, assessora alle Politiche Sociali. «La fragilità sociale non può essere solo un problema delle istituzioni: deve essere una sfida condivisa dalla società civile». Il sindaco Alessandro Canelli ha evidenziato il valore sistemico del progetto: «Non partiamo da zero. Il lavoro di rete esiste da tempo, ma oggi lo mettiamo a sistema. La nostra città è guardata con attenzione anche da realtà come ANCI per la capacità di generare buone pratiche. Questo Patto nasce dal basso, dalle competenze e dai bisogni reali».

Giulia Negri, assessora all’Istruzione, ha infine ricordato l’importanza di sostenere le famiglie e contrastare la dispersione scolastica: «A Novara il Centro per le Famiglie è uno spazio gratuito per le famiglie con figure professionali competenti. Vogliamo essere accanto ai genitori in una fase di crescita che, per molti, è difficile. E vogliamo orientare i ragazzi, spesso disorientati, verso percorsi futuri possibili».

Nei prossimi tre giorni nòva e Fadabrav restituiranno alla cittadinanza il lavoro fatto, con attività pubbliche e un incontro aperto sabato mattina, alla presenza di Enzo Bianchi e Davide Boniforti, sul tema della comunità: come costruirla, mantenerla viva e renderla efficace. Il Patto per la Comunità Educante è una scommessa sulla città, sui suoi ragazzi e sulle famiglie. Una promessa che Novara oggi ha deciso di rinnovare e rilanciare, nella convinzione che solo insieme si può davvero crescere.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Novara firma il Patto per la comunità educante: un’alleanza per il futuro dei giovani

23 le realtà coinvolte nel patto siglato questo pomeriggio a nòva

È stato firmato questa mattina, 12 giugno, a nòva il Patto per la comunità educante della Città di Novara, un documento che sancisce ufficialmente un percorso iniziato nel 2021 e costruito con pazienza, dedizione e visione condivisa da 23 realtà territoriali. La firma rappresenta l’avvio di una nuova fase per la città: una progettualità partecipata che coinvolge enti del terzo settore, istituzioni pubbliche, scuole, parrocchie e famiglie con l’obiettivo comune di contrastare la povertà educativa e sostenere la crescita dei più giovani.

Alla cerimonia hanno partecipato i principali attori del progetto, tra cui Rossella Grandi di Orientamente, partner di Nòva, insieme alle figure istituzionali della città, tra cui il sindaco Alessandro Canelli, l’assessora alle Politiche Sociali Teresa Armienti e l’assessora all’Istruzione Giulia Negri.

Il Patto è il risultato di un lavoro di co-progettazione nato grazie al sostegno dell’impresa sociale Con i Bambini, che ha finanziato i progetti “Porte Aperte” e “Terzo Tempo” a partire dal 2016. Queste esperienze hanno favorito la nascita di relazioni solide tra enti, famiglie e scuole, creando il terreno fertile per la nascita della Comunità Educante.

Il lavoro si è articolato in tavoli tematici coordinati da Davide Boniforti, che hanno coinvolto anche gruppi di ragazzi dello spazio Nòva e del progetto Fadabrav. Ne è emersa una visione condivisa del presente e del futuro educativo della città, raccolta oggi in un documento che formalizza metodi di lavoro, obiettivi e proposte concrete emerse anche dai giovani stessi.

«Questo patto non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza», ha spiegato Grandi che ha aggiunto «è un documento vivo, aperto a tutte le realtà che vorranno aggiungersi. Racchiude l’analisi del contesto cittadino, un metodo di lavoro partecipativo e gli impegni concreti di chi ha scelto di esserci». Al centro del Patto ci sono temi cruciali come il benessere scolastico, la lotta alla dispersione scolastica, l’educazione non formale e la creazione di un osservatorio sulle povertà educative e sui giovani neet. A settembre partiranno nuovi tavoli di lavoro, per tradurre in azioni concrete gli impegni presi.

«Quando tutta la comunità si mette in moto, si raggiungono i risultati», ha dichiarato Teresa Armienti, assessora alle Politiche Sociali. «La fragilità sociale non può essere solo un problema delle istituzioni: deve essere una sfida condivisa dalla società civile». Il sindaco Alessandro Canelli ha evidenziato il valore sistemico del progetto: «Non partiamo da zero. Il lavoro di rete esiste da tempo, ma oggi lo mettiamo a sistema. La nostra città è guardata con attenzione anche da realtà come ANCI per la capacità di generare buone pratiche. Questo Patto nasce dal basso, dalle competenze e dai bisogni reali».

Giulia Negri, assessora all’Istruzione, ha infine ricordato l’importanza di sostenere le famiglie e contrastare la dispersione scolastica: «A Novara il Centro per le Famiglie è uno spazio gratuito per le famiglie con figure professionali competenti. Vogliamo essere accanto ai genitori in una fase di crescita che, per molti, è difficile. E vogliamo orientare i ragazzi, spesso disorientati, verso percorsi futuri possibili».

Nei prossimi tre giorni nòva e Fadabrav restituiranno alla cittadinanza il lavoro fatto, con attività pubbliche e un incontro aperto sabato mattina, alla presenza di Enzo Bianchi e Davide Boniforti, sul tema della comunità: come costruirla, mantenerla viva e renderla efficace. Il Patto per la Comunità Educante è una scommessa sulla città, sui suoi ragazzi e sulle famiglie. Una promessa che Novara oggi ha deciso di rinnovare e rilanciare, nella convinzione che solo insieme si può davvero crescere.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.