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«Non abbiamo paura di dire chi siamo e di rispondere sempre “presente”»

L'intervento del presente nazionale dell'Associazione nazionale alpini Favero ai festeggiamenti per il centenario della sezione di Novara, culminati stamattina con l'inaugurazione della nuova sede e alle cerimonie commemorative in città. Il sindaco Canelli: «Da sempre siete un elemento culturale nell'immaginario collettivo»

Con l’inagurazione della nuova sede a Caltignaga e due significative cerimonie commemorative in città si sono conclusi stamattina, domenica 2 ottobre, i festeggiamenti per i cento anni della costituzione della sezione di Novara dell’Associazione nazionale alpini. Era infatti il 27 gennaio 1922, è stato ricordato, quando Angelo Lorenzoni, già iscritto alla sezione milanese dell’Ana, insieme a una ventina di reduci della Prima guerra mondiale, si ritrovò in un locale di vicolo Monte Ariolo (evento ricordato ieri con lo scoprimento di una targa) per dare vita alla sezione locale.


Oggi l’Ana novarese comprende in tutto il territorio provinciale sedici gruppi, distribuiti nei comuni di Bellinzago, Caltignaga, Castelletto Ticino, Garbagna, Momo, Oleggio, Romentino, Trecate, Borgolavezzaro, Cameri, Galliate, Marano Ticino, Novara, Recetto, Sizzano e Varallo Pombia, e a un secolo di distanza è pronto a scrivere nuove pagine di storia, come quella avvenuta stamattina con l’omaggio ai monumenti di largo Alpini d’Italia e in viale IV Novembre.


Accompagnati dalle note della fanfara della Brigata “Taurinense”, dalla banda di Ivrea e dalla filarmonica di Caltignaga, le autorità, con i gonfaloni della Regione Piemonte, della Provincia di Novara, della città capoluogo e degli altro comuni, con il labaro dell’Ana che sfoggiava 216 medaglie, delle quali 209 d’Oro al Valor militare (16 a reparti e 193 individuali), quattro d’oro al Valor civile, una d’oro al Merito civile e un’altra al merito della Croce Rossa Italiana, una di Pubblica benemerenza di prima classe, il corteo si è poi ritrovato in piazza Puccini dove si sono tenuti gli interventi conclusivi.


Marco Caviggioli, presidente della sezione di Novara ha voluto prima di tutto ricordare la figura del generale Cesare Magnani Ricotti, originario di Borgolavezzaro, che con la sua riforma del 1872, permise la costituzione delle prime quindici compagnie alpine: «Il centenario non è un traguardo finale – ha detto tra l’altro – ma un momento per guardare con fiducia al futuro, con fatti concreti, per un altro secolo importante per una sezione di “pianura” come la nostra».


Di giornata importante ha parlato il sindaco Alessandro Canelli, perché ancora una volta «l’Ana ha dimostrato concretamente la sua importanza agli occhi della comunità. Non solo per le imprese militari e le missioni di pace, ma rispettando quei principi e valori di fratellanza e di solidarietà che hanno sempre dimostrato al servizio della gente. Gli alpini da sempre rappresentano un tassello importante nel nostro Paese, diventando un elemento culturale nell’immaginario collettivo».


Alle parole del primo cittadino si sono associati il presidente della Provincia Federico Binatti («Avete svolto un servizio importante al fianco delle amministrazioni durante il periodo dell’emergenza sanitaria») e l’assessore regionale Matteo Marnati («Il Piemonte sarà sempre grato agli alpini. Andiamo avanti insieme a testa alta»), mentre il generale Nicola Piasente, attuale comandante della Brigata “Taurinense” ha voluto ricordare come «cento anni della sezione di Novara non sono pochi, e nel corso dei quali il senso del dovere ha accompagnato tutti gli alpini che hanno lasciato il servizio e hanno proseguito nel pieno rispetto dei valori della nostra repubblica per essere sempre un riferimento di coesione sociale».


Per il prefetto Francesco Garsia «caratteristica degli alpini è sempre stata quella di fare comunità, dal fango delle trincee a quello delle alluvioni. Ci sono sempre gli stessi valori, lo stesso modo di affrontare i problemi e le difficoltà, che poi si traduce nel dire di “sì” alla richiesta di aiuto con garbo e compostezza».


Le conclusioni al presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero: «Il nostro segreto è sempre stato quello di stare insieme. Questo è stato l’insegnamento che abbiamo ricevuto dai nostri “veci”. Una vetta si conquista insieme, la cordata vale se arrivano tutti. Siamo sempre pronti a ricordare chi è “andato avanti” e ad affermare la nostra identità. Non abbiamo paura di dire chi siamo e di aiutare rispondendo sempre “presente”, guardando con fiducia al futuro». Infine un auspicio: «Vorremmo che i giovani di oggi non si perdessero nell’individualismo e nel virtuale, ma che si rendessero pronti e disponibili. Compito di noi adulti, perché se vengono chiamati sono sicuro che rispondono “presente” anche loro».

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Luca Mattioli

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