Un prezioso dipinto del Cinquecento, attribuito al pittore genovese Giovanni Battista Paggi e raffigurante un miracolo di San Filippo Neri è stato restituito al pubblico grazie a un’efficace attività investigativa del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.
«Il recupero del dipinto è il risultato di un’indagine iniziata nel 2022, avviata nell’ambito dei controlli di routine sul mercato antiquario e sulle case d’asta, attività cardine del sistema di tutela culturale italiano. Proprio durante uno di questi controlli, i Carabinieri e la Soprintendenza hanno individuato il dipinto messo in vendita presso una nota casa d’aste piemontese» ha spiegato il maggiore Ferdinando Angeletti che ha aggiunto «dai controlli è emerso che l’opera era vincolata sin dal 1992, dunque non poteva essere alienata senza previa comunicazione agli organi di tutela, e si è proceduto così alla confisca del dipinto che ha consentito di riportare all’attenzione pubblica un capolavoro dimenticato, rendendolo nuovamente fruibile per la collettività».
Il ritorno alla pubblica fruizione del dipinto raffigurante San Filippo Neri non è solo un recupero artistico, ma anche «un simbolo dell’efficacia del sistema italiano di tutela, fondato sulla collaborazione tra i carabinieri e il ministero della Cultura. Grazie all’azione coordinata e alla sinergia tra istituzioni, un’opera d’arte che rischiava di perdersi nel mercato nero torna ora a essere bene comune, a disposizione della collettività e delle future generazioni» ha aggiunto la Soprintendente Beatrice Bentivoglio Ravasio.
Il caso del dipinto di Paggi è solo uno dei numerosi risultati conseguiti dal Nucleo che nel 2024 ha monitorato oltre 5259 beni e opere d’arte, recuperandone 4867, e deferendo 63 persone per reati contro il patrimonio culturale. Il valore complessivo delle opere recuperate ammonta a 245.130 euro, mentre quello delle 33 opere contraffatte sequestrate raggiunge i 648.400 euro. Non sono mancate nemmeno le restituzioni internazionali: quasi 300 reperti archeologici sono stati riconsegnati all’Ambasciata dell’Ecuador e al Consolato Generale del Perù, dopo essere stati rintracciati nel mercato illegale e introdotti in Italia occultati tra altre merci.
Il prefetto di Novara, Francesco Garsia, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa «è un momento importante che corona l’attività del Nucleo. Si tratta di un lavoro tecnico e specialistico, svolto anche a livello internazionale» così come il comandante provinciale dei carabinieri Emilio Palmieri che ha sottolineato come «il Nucleo ha una capacità informativa straordinaria, con un archivio così completo da essere consultato anche dall’FBI. Partecipano attivamente nel recupero di opere che, nei circuiti criminali internazionali, possono persino essere utilizzate per finanziare il terrorismo». Sulla stessa linea l’assessore alla Cultura del comune di Novara, Luca Piantanida, che ha aggiunto: «la sinergia tra istituzioni dà risultati straordinari, restituendo alla collettività opere d’arte di grande valore».