Minacce e vessazioni ma anche, in qualche caso, strattoni, spintoni e schiaffi. Poi una sera di primavera di due anni fa in quella casa erano intervenuti i carabinieri e loro, i genitori, superando comprensibili reticenze, avevano trovato il coraggio di raccontare quel che da qualche tempo accadeva fra le mura domestiche quando il figlio, in preda ai fumi dell’alcol, perdeva il controllo. E lui, il figlio, trentenne, è finito in tribunale con l’accusa di maltrattamenti, reato per il quale è stato condannato alla pena (sospesa) di un anno e 4 mesi.
Stando a quanto i genitori avevano raccontato quella sera ai carabinieri non passava quasi giorno che non fossero bersaglio delle sue ire o delle sue pesanti minacce; quando perdeva il controllo scaraventava a terra oggetti e soprammobili e di fronte ai rimproveri reagiva in modo violento, insultandoli ma anche minacciandoli imponendo così una condizione di vita particolarmente dolorosa.
In più di un’occasione poi aveva spintonato la madre e l’aveva schiaffeggiata. Episodi che si erano susseguiti per qualche mese sino a quando i due, all’estremo della sopportazione, avevano chiesto aiuto alle forze dell’ordine.
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