Aveva cercato di truffare un’anziana, fingendosi un maresciallo dei carabinieri, ma la vittima non ci era cascata e l’aveva fatto arrestare. Era successo venerdì 14 febbraio a Garbagna Novarese. Processato ieri con rito abbreviato per quel classico tentativo di raggiro noto come «Caro nipote», A.S., 33 anni, residente in provincia di Campobasso, è stato condannato a 10 mesi per tentata truffa, così come è stata riqualificata dal giudice l’imputazione iniziale di tentata estorsione. Non è emerso nel racconto della vittima alcuna minaccia o costruzione per la consegna del soldi. Il pm aveva chiesto 2 anni, la difesa l’assoluzione.
Il trentenne ha sostenuto di essere suo malgrado finito nel giro delle truffe. In pratica ha detto che aveva bisogno di guadagnare e che era in contatto con delle persone che, per ritirare pacchi a domicilio e portarli a loro, gli davano una sorta di percentuale. Ha ammesso di averlo fatto anche in altre occasione ma in tutta tranquillità, perché vedeva che le persone gli consegnavano spontaneamente soldi e denaro. Santini ha inoltre aggiunto di non aver mai contattato al telefono alcuna delle anziane prese di mira, nemmeno quella di Garbagna. Ancora ignoto, al momento, il telefonista. E’ l’uomo che a febbraio ha contattato l’ottantenne di Garbagna presentandosi come maresciallo dei carabinieri e avvisandola che l’avvocato della figlia avrebbe mandato un collaboratore a ritirare i valori che aveva in casa, perché la donna aveva provocato un incidente ed era necessario pagare la cauzione. La vittima, che già in precedenza aveva ricevuto telefonate analoghe senza mai darvi seguito, ha fatto finta di assecondare la richiesta ma ha poi avvisato il 112. E così l’incaricato di recuperare i monili si è trovato ad attenderlo i carabinieri, quelli veri.