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Il De Pagave rischia di chiudere? La gestione privata può salvare la situazione

L'avvocato Belcredi, commissario nominato dalla Regione: «L'istituto ha bisogno di una iniezione di denaro per guardare al futuro. Sono arrivate due proposte». Critiche da parte del Pd sulla situazione economica

«Il De Pagave rischia di chiudere? A oggi non sono in grado di rispondere. Credo che in questo momento la gestione privata sia l’unica soluzione per scongiurare il peggio. Lavoriamo velocemente e speriamo non ci siano intoppi». L’avvocato Remigio Belcredi, nominato dalla Regione commissario straordinario dell’istituto per anziani, a margine della commisisone consiliare di ieri, 14 dicembre, ha ribadito quanto esposto durante la seduta.

«Il De Pagave è autorizzato per 209 posti e a seguito del Covid c’è stato un calo fino a 127 – ha spiegato -. Quando mi sono insediato, a marzo di quest’anno, ho trovato una situazione sanitaria ripristinata alla normalità, ma quella economica disastrosa: il consuntivo ha chiuso con un deficit di 650 mila euro. Il mio mandato è necessario a verificare le condizioni per la sopravvivenza dell’istituto. Ora gli ospiti sono circa 150, non calano e non aumentano: siamo riusciti a pareggiare e a scavalcare il grosso problema del pagamento delle tredicesime effettuato con l’alienazione di un terreno che era in affitto a un autolavaggio. Una pezza l’abbiamo messa, ma per guardare al futuro il De Pagave ha bisogno di un’iniezione di denaro. Fin dall’inizio è stato chiaro che così l’istituto non poteva andare avanti, per questo motivo ci siamo orientati sull’idea di una concessione in gestione esterna dell’attività sotto forma di project financing».

Due le proposte pervenute, una da parte del gruppo Orphea che a Novara gestisce la San Francesco e la Mater Dei, l’altra da parte di Nuova Assistenza che ha in gestione il Parco del Welfare a Veveri.

«Il primo è un project molto ambizioso – ha proseguito Belcredi – e prevede la ristrutturazione di entrambi gli edifici, quello occupato dalla rsa e lo storico di proprietà comunale che verrebbe adibito ad housing con appartamenti per anziani autosufficienti. La proposta, però, presenta criticità perché è molto sbilanciata sulla parte immobiliare – 30 milioni di euro – rispetto a quella gestionale con un canone modestissimo: 200 mila euro da spalmare in 90 anni. Inoltre non c’è garanzia di riassorbimento del personale e non c’è possibilità di chiudere i buchi di bilancio».

«Per la seconda manifestazione ho richiesto alcuni chiarimenti dal punto di vista della sostenibilità economica, ma si tratta di una proposta nettamente più interessante di gestione dell’istituto per 20 anni – ha continuato il commissario -. Nei primi 800 giorni c’è l’impegno a compiere lavori i ristrutturazione nell’edificio della rsa per 3 milioni e 120 mila euro. Inoltre Nuova Assistenza pagherebbe un canone di concessione di 2 euro e 50 centesimi a ospite al giorno – 800 euro all’anno a ospite – che per 150 ospiti fa 120 mila euro annui. L’anticipazione di 500 mila euro, poi da restituire in 20 rate, permetterebbe di eliminare i debiti. Un progetto che consente anche il riassorbimento del personale. Un’entrata fissa annuale, inoltre, permetterebbe all’istituto di sistemare gli immobili magari accedendo a qualche mutuo e tramutare il palazzo storico in edificio a destinazione sociale. I canoni di gestione finanzierebbero i lavori di ristrutturazione, necessari perché quelli conclusi nel 2016 sono tutti da rifare».

Belcredi è stato chiaro: «È venuto il momento di prendere una decisione: la situazione di cassa è difficile e ci sono spese che devono essere sostenute: se da parte di Orphea non arriva una proposta rivista, ci orienteremo verso quella di Nuova Assistenza. A quel punto il Comune potrà pubblicare la gara d’appalto e sarà nominata un’apposita commissione per la valutazione. Nel frattempo sono giunte altre proposta, ma io ho consigliato di attendere il bando e partecipare».

Critiche sulla situazione economico finanziaria del De Pagave sono giunte dalla minoranza, in modo particolare dalla consigliera del Pd Sara Paladini: «L’amministrazione comunale ne ha sbagliata una dietro l’altra, a cominciare nei ritardi per la nomina del Cda che poi hanno portato alla figura del commissario. Tempo fa Orphea era stato annunciato come il soggetto che avrebbe gestito l’istituto, oggi scopriamo che invece non ha nemmeno fatto una proposta dignitosa. Noi siamo qui comunque qui per lavorare affinché il De Pagave continui la sua attività, ma qualunque ritardo non è più ammissibile».

Anche il capogruppo Nicola Fonzo ha puntato il dito contro il sindaco Alessandro Canelli: «La pandemia ha solo accelerato un processo di carenza di governance all’interno dell’istituto che già si era avviato. Il Covid ha colpito tutte le strutture, ma perché il De Pagave ne è uscito peggio di altre? Perchè i problemi c’erano già prima».

Fonzo ha poi ricordato che «l’accordo sull’edificio storico prevedeva che il Comune lo ristrutturasse e il De Pagave ne curasse la gestione. Al termine dei lavori, nel 2016, l’allora direttore aveva annunciato che l’istituto non aveva soldi. Cosa succederà ora rispetto a questo vincolo?». E poi ancora: «Non sono d’accordo con l’esternalizzazione della gestione del personale, ma se avete deciso in questo senso, vorrei che questo aspetto sia il tratto qualificante della proposta».

«Nemmeno io sarei d’accordo – ha risposto Belcredi – ma in questo momento non si può fare diversamente. Se qualcuno ha un’idea sostenibile, si faccia avanti: meno si protrae il mio mandato di commissario, prima si potrà tornare alla normalità».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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