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Il Comune in campo per salvare i platani dell’Allea

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«Novara ama il verde, ma il verde deve essere mantenuto». Ha esordito così l’assessore al Verde pubblico Mario Paganini presentando l’iniziativa, partita in questi giorni, che vede il Comune e la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino impegnati nella salvaguardia di alcuni platani classificati come “monumentali” presenti lungo l’Allena, nella zona intitolata “Parco dei Giusti”.

Nella città di Novara esiste un patrimonio di circa 11.500 piante, ma, ha spiegato Paganini, «ci si è accorti che per una serie di motivi in corso di verifica, esisterebbe una sorta di deperimento organico ed estetico di alcuni splendidi esemplari di platani. Come Amministrazione abbiamo affidato una consulenza che ci possa chiarire su quale sia l’affezione di cui soffrono queste piante, quale la patologia, in modo da poter prevenire per quanto possibile misure più drastiche».

 

 

Gli incaricati, tutti ricercatori del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) coordinati dal professor Paolo Gonthier, lavorano prelevando una serie di campioni poi repertati intervenendo sia sulle radici utilizzando un trapano sia a livello strutturale dopo un’analisi visiva. I successivi accertamenti di laboratorio, della durata di circa un mese, potranno dare risposte importanti. La consulenza ha un importo di 15 mila euro, «spesa – ha aggiunto Paganini – inserita in quello che è lo stanziamento di un milione di euro previsto quest’anno dal Comune di Novara alle voci tutela del patrimonio arboreo, piantumazioni e controlli delle alberate. Con questo incarico portiamo avanti un discorso che possa essere prodromico a una funzionalizzazione del verde pubblico secondo quelle che sono le nuove esigenze della città urbana».

«Casi di questo tipo sono per noi molto importanti – ha detto il professor Paolo Gonthier – In Università abbiamo oltre a una missione didattica anche una riguardante la ricerca scientifica. Casistiche di questo tipo abbiamo avuto modo di osservarle in alcune altre città italiane e non sembrano riconducibili a quella malattia chiamata “cancro delle piante”». L’obiettivo di questa ricerca è quindi prima di tutto conoscitivo: «Sapere a che cosa possono essere riconducibili questi sintomi. Altro elemento importante è quello che da alcuni anni l’Università sta investendo molto su una terza missione che più si applica a questo caso, ossia quello di essere al servizio del territorio».

Con questo intervento, unito all’acquisizione di un terreno completamente boscato di undici ettari nella zona dell’ex discarica della Bicocca, ha detto invece il dirigente del Settore progettazione e manutenzione del verde pubblico del Comune, Francesco Bosco, «l’amministrazione ha voluto compiere un passo importante, non limitandosi a tagliare l’erba, effettuare piantumazioni o sistemare alcune aree nei vari quartieri, ma ha voluto andare oltre. Penso che questa debba essere la sfida per i prossimi anni».

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