Idrogeno, il Piemonte vuole candidarsi per ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia

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Puntare a sviluppare la tecnologia dell’idrogeno per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione del sistema energetico e dei trasporti al 2050. La Regione Piemonte avvia un percorso per definire la strategia regionale per l’idrogeno attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale, per valorizzare le competenze e i punti di forza presenti sul territorio e per attrarre investimenti e finanziamenti. La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Energia, Ricerca e Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati, ha approvato l’istituzione del tavolo di lavoro.

«Ci prepariamo alla transizione ecologica sviluppando nuove tecnologie e nuovi mezzi per produrre energia senza inquinare – afferma Marnati -. Con lo sviluppo dell’idrogeno nell’industria e nella mobilità avremo nuove opportunità di crescita nell’economia con nuove occupazioni e allo stesso tempo tutela dell’ambiente. Il Piemonte è una regione con un potenziale straordinario che deve essere incentivato e sostenuto attraverso i fondi europei in arrivo».

L’obiettivo finale è quello di candidare il Piemonte a ospitare la sede del “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno” previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato nel gennaio dell’anno scorso dal consiglio dei ministri.

La strategia è articolata in tre punti fondamentali: qualificare il Piemonte come area di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie connesse all’idrogeno, consolidando la leadership che l’eco-sistema regionale ha costruito su questo tema; accompagnare le iniziative di supporto alle filiere industriali con una strategia di sostegno agli investimenti per quei comparti di maggior rilevanza nei quali l’idrogeno possa essere applicato, nel sistema dei trasporti, ad esempio (treni, autobus e mezzi pesanti per il trasporto di merci) e nel comparto energetico «contribuendo così, da una parte, al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale – aggiunge Marnati – e dall’altro alla competitività del territorio». E infine valorizzare il sistema dell’innovazione e dell’industria regionale e le sue specializzazioni favorendone la connessione nelle filiere nazionali ed europee.

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