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Due classi della “Pajetta” si spostano ma i cittadini di San Rocco non ci stanno

La decisione assunta dalla dirigente scolastica dell'Istituto di via Rivolta è stata oggetto di una Commissione tenutasi nella mattinata di venerdì. Di fronte a una petizione degli abitanti del quartiere che perderebbe il presidio la proposta per un incontro pubblico

Due classi della scuola secondaria “Pajetta” (la 2a e la 3a C) dall’anno scolastico 2023-’24 lasceranno l’attuale distaccamento di via Parini (a San Rocco) per trasferirsi nella sede “madre” di via Rivolta. E’ quello che avrebbe deciso la dirigente scolastica Sironi nell’ambito delle sue funzioni legate all’autonomia scolastica, ma la notizia ha provocato la protesta dei residenti del rione situato nella zona a nord-est della città, che avrebbero sottoscritto in massa (oltre cinquecento le firme già raccolte) una petizione.


Il tema è stato l’unico punto all’ordine del giorno di una Commissione comunale tenutasi nella mattinata di venerdì 28 aprile nel salone dell’Arengo del Broletto per l’indisponibilità dell’aula di Palazzo Cabrino. A introdurre la dirigente scolastica Simone Sironi è stata l’assessore all’Istruzione Giulia Negri, che subito ha voluto ringraziare la preside «per l’importante collaborazione presentata nella realizzazione dell’iniziativa “Io resto a scuola”», presentata alcune settimane fa e che vede appunto come location gli spazi della scuola di via Parini. Un progetto, ha continuato Negri, «che sta riscuotendo successo fra i ragazi e che speriamo di poter replicare in altri istituti della città. Il plesso che vedrà trasferiti i ragazzi – ha voluto precisare – non resterà sicuramente vuoto, perché è intenzione dell’amministrazione di utilizzarlo e di metterlo a dispozione di un utenza che riguardi il mondo della scuola, contribuendo a rivitalizzare un quartiere come quello di San Rocco, da tempo in sofferenza».


Da parte sua Sironi ha detto che «l’obiettivo è quello di realizzare un polo scolastico unitario che preveda il trasferimento di due classi attualmente ospitate a San Rocco, realtà che insieme ad altri distaccamenti costituisce un unicum in città per estensione, presentando diverse criticità nella gestione del personale».

Tutto questo come base di partenza, ma «la realizzazione di questo progetto unitario vuole coniugare la dimensione educativa, progettuale e organizzativa nella gestione del servizio, per individuare quelle che sono le caratteristiche identitarie». Questa la “cornice”, ma la decisione «è stata formalizzata lo scorso anno scolastico con lo scopo di gestire e ottimizzare le risorse umane e strumentali, per poi lavorare a questo progetto unitario, garantendo la formazione di classi in modo armonico con progetti condivisi anche attraverso una contiguità anche fisica. Già oggi in caso di particolari iniziative i ragazzi di San Rocco già vengono nella sede principale. Poi abbiamo la necessità di potenziare l’offerta formativa, attivando laboratori in forma strutturale». E ancora: «E’ giusto parlare di “trasferimento” e non di “chiusura”, in quanto il quartiere di San Rocco continuerà ad avere un presidio con la scuola dell’infanzia e la primaria “Calvino”. In conclusione la decisione, ancorché possa essere ascritta all’interno dell’autonomia scolastica lascia comunque aperto un dialogo con gli altri soggetti istituzionali. Non si tratta di un progetto legato a personalismi e quello che mi è spiaciuto è stato l’utilizzo strumentale da parte di qualcuno».


«Quello che ha deciso l’autonomia scolastica non può essere oggetto di censura da parte del Comune di Novara – ha detto Nicola Fonzo (Pd) aprendo gli interventi dei commissari – Cosa ci preoccupa? Che il trasferimento di due classi ha generato la reazione da parte di un gruppo di cittadini. Decisione giusta o sbagliata, ne dobbiamo prendere atto. Però dobbiamo capire che a San Rocco la scuola non “esisteva”, che era un distaccamento di quella di via Rivolta. Mantenere due classi distanti da dove si trovano le altre rappresenta chiaramente una riduzione delle opportunità per i ragazzi. Io però vedo un limite in questa operazione: non averla adeguatamente presentata. Chiaramente a chi ha firmato la petizione dovrà essere spiegata».


Per Fonzo ci sono poi responsabilità da parte dell’amministrazione comunale: «Molti cittadini di San Rocco, senza entrare nello specifico su questa decisione, hanno visto nella “perdita” della scuola come un ulteriore impoverimento del loro quartiere, che ha già dovuto far fronte alla chiusura dell’edicola, allo spostamento dell’esistente supermercato in corso della Vittoria, alla perdita del circolo, che era uno spazio fondamentale dal punto di vista aggregativo. La scuola di San Rocco ha sempre rappresentato un’eccellenza, ma io guardo oltre, perché fra non molto dovremo interrogarci sul futuro anche della primaria. Il Comune deve mettere mano al dimensionamento dell’intera rete scolastica perché fra un paio di anni dovremo dare i conti non solo con il calo demografico e il numero elevato di bambini stranieri».


Per la collega di partito Emanuela Allegra «quello che ci preoccupa è la situazione di San Rocco. Se c’é stata una raccolta di firme». Da qui la proposta di Fonzo per la convocazione di un incontro pubblico, «presentando e spiegando direttamente ai cittadini i perché di questa decisione».

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Luca Mattioli

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