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Domenica si torna a messa: queste le norme

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Distanziamento sociale, obbligo di indossare mascherine, cura dell’igiene delle mani, divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respiratori, temperatura oltre 37,4°C o sia stato in contatto nei giorni precedenti con persone positive al coronavirus.

Queste le principali indicazioni per poter partecipare alla messa. Sono in vigore da lunedì (e sono già state applicate martedì in duomo in occasione delle esequie del cardinale Renato Corti), ma il vero banco di prova saranno le celebrazioni eucaristiche festive di domenica, anzi di questa sera con le messe prefestive.

 

 

Le misure che devono essere attuate nelle parrocchie, dove generalmente è previsto il mantenimento dell’orario festivo abituale, sono frutto di un preciso protocollo d’intesa siglato da Governo e Cei. Ed è con queste che si dovrà confrontare chi vuole andare a messa.

Anzitutto i posti disponibili saranno ridotti ed è lasciato al parroco individuare «la capienza massima dell’edificio» di culto, sulla base di una distanza minima di sicurezza “pari ad almeno un metro laterale e frontale”. Il numero massimo di partecipanti consentiti deve essere affisso fuori dall’edificio insieme alle altre indicazioni per la partecipazione alle liturgie. A cura del parroco anche l’igienizzazione dei luoghi e la sanificazione degli oggetti e arredi sacri.

È previsto che l’accesso sia contingentato e regolato da volontari riconoscibili, anche per evitare assembramenti. Per entrare e uscire va mantenuta la distanza minima di un metro e mezzo e le porte devono restare aperte in modo da non essere toccate. All’ingresso devono essere messi a disposizione liquidi igienizzanti.

Durante il rito i fedeli devono obbligatoriamente indossare la mascherina e rispettare la distanza di un metro. Sui banchi dovranno trovare dei segnaposto che indichino dove sedersi.

Durante la celebrazione non vengono distribuiti “foglietti” o sussidi e la raccolta delle offerte non avviene passando un cestino fra i presenti, ma in un contenitore raggiungibile all’uscita di chiesa.

La somministrazione della Comunione deve avvenire dopo che il celebrante ha igienizzato le mani e indossato i guanti e la mascherina.  L’ostia va offerta senza toccare le mani dei fedeli.

Da notare che, oltre a chi ha 37,5 di temperatura e sintomi come tosse o altri influenzali, non può partecipare chi è stato a contatto o in prossimità di persone positive al coronavirus, compresi sanitari che si occupano di casi Covid (maggiori precisazioni sono pubblicate sul sito del Ministero della Salute).

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Articolo correlato: Riprende la vita, il vescovo: «Serve nuovo “rinascimento”»

 

 

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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