Un’aggressione violenta risalente nel tempo, a quasi dieci anni fa. Era infatti il 27 ottobre 2015 quando un gruppetto di studenti novaresi, all’epoca quasi tutti minorenni, erano stati presi di mira all’interno del Parco dei Bambini da quattro giovani bulli che, minacciandoli con un collo di bottiglia rotto, li avevano derubati dei cellulari.
A distanza di tutto questo tempo, complice il fatto che l’unico fra gli autori che era stato identificato si era reso irreperibile (e quindi il processo era stato sospeso in base alle norme in materia), per quel fatto A.B., 29 anni, di origine marocchina, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione per concorso in rapina. Allora il giovane aveva 19 anni ed era stato subito indicato alla polizia di Stato fra i possibili autori. Una delle vittime l’ha spiegato chiaramente in aula: «Grazie alla descrizione fatta ai miei compagni di scuola, qualcuno ha capito chi poteva essere uno dei bulli e mi ha mostrato una foto su Facebook. Era proprio lui. Quindi ho portato la foto in questura».
Poi c’era stata una perquisizione e a casa dell’imputato erano stati recuperati tre dei cellulari rubati la sera del 27 ottobre. La macchina della giustizia si è messa in moto tardi perché l’accusato aveva fatto perdere le tracce di sè. Poi, dopo il Covid, è ricomparso a Novara e si è riusciti a notificargli gli atti giudiziari e arrivare alla condanna.
Gli altri partecipanti all’aggressione, invece, non sono mai stati identificati.