Aveva alzato le mani e minacciato il datore di lavoro di un conoscente per chiedergli i soldi che doveva all’ex operaio, dipendente di un autolavaggio di Novara. Una vicenda dai contorni molto confusi, viste le opposte versioni dei fatti, per la quale C.M., novarese di 57 anni, è stato condannato a 4 anni di reclusione per tentata rapina e lesioni per un’aggressione avvenuta nell’ottobre del 2021 in un ristorante di San Pietro Mosezzo, dove aveva incontrato il gestore dell’autolavaggio. L’imputato è stato assolto dal capo di imputazione di estorsione continuata per un importo di 26 mila euro, sempre ai danni della vittima, accusa da cui è stato prosciolto anche il coimputato V.Q., 60 anni.
Nella sua denuncia l’imprenditore aveva spiegato di aver avuto qualche dissapore con un dipendente. Nella controversia si erano inseriti tre conoscenti di quest’ultimo (il terzo aveva scelto l’abbreviato in udienza preliminare ed era stato già condannato a 2 anni e 8 mesi), che avrebbero sollecitato il pagamento di somme di denaro in favore dell’operaio, con pressioni, minacce, fino all’episodio del 15 ottobre al 2021 al ristorante, spiegato in realtà dagli interessati in maniera del tutto diversa, ovvero come una lite per questioni diverse e molto risalenti nel tempo.
Gli accusati si sono professati estranei dai fatti e hanno sostenuto che la vittima si sarebbe inventata tutto e avrebbe fornito una versione smentita da fatti. Infatti alcune richieste estorsive, in base alla denuncia del titolare dell’autolavaggio, sarebbero avvenute quando due degli indagati erano momentaneamente in carcere per altri fatti.
Secondo i giudici non c’è prova delle richieste estorsive e di consegna di denaro.