Dalla basilica di San Gaudenzio al duomo, Novara conclude il Giubileo

Una processione urbana che ha coinvolto confraternite, associazioni e cittadini

Anche a Novara, oggi pomeriggio, 28 dicembre, si è concluso il Giubileo dedicato alla Speranza, in contemporanea con tutte le altre diocesi del mondo. La celebrazione, molto partecipata e animata da fedeli provenienti dall’intero territorio novarese, dal Vco e dalla Valsesia, ha preso avvio nella basilica di San Gaudenzio. A presiederla è stato monsignor Filippo Ciampanelli, vescovo di origine novarese, ordinato lo scorso febbraio a San Pietro a Roma, proprio in occasione del pellegrinaggio giubilare della diocesi di Novara. Ciampanelli, che alla curia pontificia ricopre l’incarico di sottosegretario per le Chiese Orientali, ha richiamato nel suo intervento il senso profondo dell’anno santo: «Il Giubileo – ha sottolineato – ci lascia una consapevolezza più forte: solo il Signore Gesù Cristo è il Salvatore dell’uomo e la sua unica Speranza, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando».

Al termine della celebrazione, il vescovo ha benedetto un’icona della Sacra Famiglia – Gesù con Giuseppe e Maria, la cui festa cade nell’ultima domenica di dicembre – realizzata dalle suore benedettine dell’Isola di San Giulio. L’opera è stata quindi donata a monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, al termine della messa celebrata successivamente in duomo, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

Dalla basilica di San Gaudenzio si è poi snodata la processione verso la cattedrale di Santa Maria Assunta, con in testa le confraternite laicali della diocesi, riconoscibili dagli stendardi, seguite dai volontari e dalle dame dell’Oftal e da una nutrita rappresentanza dell’associazione nazionale Alpini, con i tradizionali cappelli a penna nera e le bandiere di numerose sezioni.

Durante l’omelia, il vescovo Brambilla ha ripreso il messaggio di auguri natalizi rivolto alla curia romana da papa Leone XIV, soffermandosi su una domanda che ha voluto estendere a tutta la comunità: «È possibile essere amici, mettendo da parte invidie e calunnie?». Un interrogativo che, ha sottolineato, «vale anche per noi», come consegna concreta lasciata dal Giubileo appena concluso.

(foto Alessandro Visconti)

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Immagine di Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.